Chiudi gli occhi. Adesso. Qui. In questa via di Milano, vicino alla tua casa, o al tuo lavoro, auto che passano, gente che va e viene.
Quando li riapri, la strada è piena di macerie, le case sono sventrate, rovine ovunque, il rombo degli aerei e il boato delle esplosioni sono assordanti, ma ancora di più le urla e i pianti. Il primo pensiero è la tua famiglia, i tuoi figli, le persone che ami. Correre da loro è l’unico pensiero. Cercare salvezza, tentare di portarli al sicuro.
E poi ti rendi conto che non ci sono posti sicuri per chilometri e chilometri, per migliaia di chilometri. Tocca attraversare altri paesi in guerra.
Tocca pagare con quello che si è riusciti a salvare.
Tocca subire violenze e stupri.
Tocca lavorare come schiavi per pagare la cifra spropositata che i mercanti di vita e di morte pretendono.
Tocca prendere il mare su barconi carichi all’estremo, tremanti di freddo e di terrore, senza sapere chi di voi, chi dei tuoi amati, potrà arrivare alla terra della speranza. Con un nome, un numero di telefono, un ultimo messaggio scritti sulle magliette. Perché sai fin troppo bene che sulle coste della speranza si arriva spesso cadaveri.
Chiudi gli occhi
Adesso puoi riaprirli. Per un minuto hai vissuto un incubo. Lo stesso incubo che stanno vivendo migliaia di persone come noi, senza poter riaprire gli occhi su una vita che si possa chiamare vita.
Se capitasse a te, a me, a noi? Se un giorno accadesse qui?
Un’accoglienza dignitosa è il minimo che possiamo fare. E che faremo.
Comitato Zona 8 solidale
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