Mentre è in corso lo sgombero di oltre 6.000 persone dalla cosiddetta Giungla di Calais, Medici Senza Frontiere (MSF) continua la propria azione ed esprime preoccupazione per le persone più vulnerabili, i minori non accompagnati e quanti tenteranno ancora la traversata o vivranno in condizioni di precarietà nei prossimi mesi.
“Lo smantellamento di Calais era inevitabile” ha detto Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere (MSF). “Non era pensabile in un paese come la Francia che migliaia di persone, tra cui centinaia di minori non accompagnati, venissero lasciate per anni a vivere in condizioni così indegne e pericolose. Ma lo sgombero non risolverà la situazione delle persone, di cui molte in fuga da conflitti e regimi autoritari, che cercano disperatamente di raggiungere l’Inghilterra per riunirsi alle proprie famiglie e continueranno a tentare la traversata. E siamo preoccupati per tutte le persone che si costruiranno ripari di fortuna in altri siti nel nord della Francia, in una regione dove la temperatura invernale scende molto al di sotto dello zero.”
Una preoccupazione specifica riguarda i minori. Secondo un censimento dell’organizzazione francese FTDA del 12 ottobre, nel campo di Calais vi erano 1.291 minori non accompagnati, in media tra i 14 e i 18 anni (il più giovane 6 anni), che rimarranno a Calais finché non verrà accertata la loro situazione. Fino all’inizio di ottobre, solo 72 minori erano riusciti a raggiungere l’Inghilterra attraverso il processo di riunificazione familiare, in genere dopo mesi di attesa. I minori che non verranno accettati in Inghilterra, o che vorranno rimanere in Francia, saranno inviati progressivamente presso i CAOMIE (centri per i minori) creati appositamente in tutto il paese.
“MSF auspica che le condizioni offerte dai Centri di Accoglienza e Orientamento (CAO) predisposti dal governo francese saranno dignitose, con accesso adeguato alle cure, anche psicologiche, e una corretta assistenza sociale e giuridica. E raccomanda che Gran Bretagna e Francia garantiscano alle persone – siano adulti o minori – procedure di riunificazione familiare più rapide ed efficaci” continua De Filippi di MSF.
Durante lo sgombero, MSF continuerà ad assistere e informare i minori che ha seguito nel campo negli ultimi mesi, veglierà affinché i pazienti più vulnerabili possano essere evacuati in via prioritaria e si è resa disponibile a supportare il sistema sanitario pubblico se necessario.
MSF lavora nella Giungla di Calais dall’inizio dell’emergenza portando avanti diverse attività e progetti, che sono stati progressivamente consegnati ad altre organizzazione (servizi idrici e igienico-sanitari, cliniche mobili). MSF gestisce ancora una struttura dedicata per i minori non accompagnati chiamata Camie, insieme a una ONG britannica, la Refugee Youth Service. Questa struttura è stata vandalizzata nella notte tra il 22 e il 23 ottobre. MSF effettua inoltre consultazioni psicologiche e psichiatriche nella clinica dell’ospedale all’interno del complesso Centro Jules Ferry, vicino alla Giungla.