Le principali agenzie di stampa diffondono oggi la notizia (lanciata da un sito giornalistico che sembra avere come fonti servizi segreti e comandi militari) che i terroristi dell’Isis starebbero preparando un attacco alla diga di Mosul dove per folle e illegale decisione del governo italiano sembra prosegua il dispiegamento di centinaia di soldati del nostro paese.
Ignoriamo ovviamente quale sia il livello di attendibilità della notizia, e quali siano i fini di coloro che dall’interno delle forze armate e/o dei servizi segreti l’hanno diffusa ai mass-media con molti dettagli – veri o falsi che siano -.
Quel che è certo è che da mesi i mass-media internazionali riferiscono come sia imminente una cruciale iniziativa dell’esercito iracheno e dei peshmerga curdi per liberare la città di Mosul, da anni occupata dai terroristi dell’Isis. Ed è probabile che l’organizzazione terrorista prima di abbandonare la città possa tentare un attentato alla diga. La presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul purtroppo favoreggia di fatto la propaganda dell’organizzazione terrorista (che può presentarli come truppe occupanti di un paese straniero già partecipe della prima guerra del Golfo e dell’occupazione militare seguita alla seconda) ed espone pertanto ancor più quell’impianto ad essere bersaglio di un attentato che potrebbe avere esiti fin apocalittici sia per quanti si trovano in loco, maestranze e difensori, sia per le popolazioni a valle della diga.
Per l’ennesima volta chiediamo quindi che le truppe italiane lì dislocate siano immediatamente ritirate e che per la sicurezza dell’impianto e delle maestranze provveda personale dello stato iracheno, come è logico e legittimo.
Il terrorismo va contrastato e sconfitto con mezzi adeguati; le guerre e le occupazioni militari straniere invece lo alimentano.
La presenza militare italiana in Iraq, come in Libia, non solo non è utile, ma è assolutamente nociva, ed anziché garantire protezione ai civili in realtà mette gratuitamente ed assurdamente in pericolo innumerevoli vite umane.
L’Italia torni al rispetto della sua Costituzione che ripudia la guerra.
Il “Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul”
Presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo,
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