C’è uno splendido luogo a Roma, recuperato all’abbandono e trasformato in una fucina di cultura e di creatività, che offre i suoi spazi in contemporanea a diverse associazioni, ognuna con le proprie peculiarità, ma tutte legate ad un solo filo: quello della solidarietà. Senza urtarsi e senza neanche collegarsi tra loro, sotto la regia organizzativa di Pippo, nome “d’arte” del coordinatore di questo progetto all’insegna della leggerezza – intesa come levità di forma – e della creatività culturale e artistica, diverse associazioni si mostrano, si esprimono, sollecitano l’attenzione di un pubblico fatto “di gente” cioè non necessariamente di attivisti di qualcosa, ma “gente” che viene a godersi il “giardino di Portonaccio” e, come dice Pippo, “inserire contenuti culturali e scientifici è per noi come accendere una scintilla che permette di affacciarsi sul sociale. Abbiamo un’ideologia – continua Pippo – che sceglie la forma effimera per veicolare contenuti che sono tutt’altro che effimeri, come la giustizia sociale e l’impegno solidale.”

Oggi è una giornata in cui entra la scienza e, tra Emergency, BaoBab, Biblioteche solidali, Amnesty ed altri ancora, Sunshine4Palestine con i suoi fisici venuti dall’Università di Vienna ha presentato i “giochi di scienza”, laboratori scientifici e interattivi che hanno affascinato bambini e ragazzi. Lo scopo di questa iniziativa è quello di presentare il progetto “science4people” che Sunshine realizzerà nei prossimi mesi in una Università della martoriata Striscia di Gaza e in un’Università di Betlemme in Cisgiordania, formando studenti universitari che, a loro volta, diventeranno formatori scientifici di ragazzi più giovani, iniziando dalle scuole del campo profughi di Dheisheh a Betlemme e quelli dei tanti campi profughi nella Striscia di Gaza.

L’atmosfera al Monk club è di grande entusiasmo, Francesca, l’addetta stampa di Sunshine è felice della grande e quasi inaspettata partecipazione di bambini e adulti e ringrazia gli organizzatori del Monk, non solo per lo spazio offerto, ma perché l’idea di accogliere nello stesso tempo e nello stesso spazio-giardino diverse associazioni dà veramente il senso di un giardino i cui fiori, oltre a quelli offerti dalla natura, sono le diverse forme di creatività solidale. Francesca ci tiene a dire che “la fisica raccontata ai bambini e fatta conoscere nelle forme della sua quotidianità, con un taglio che educa alla sostenibilità ambientale e sociale, è proprio la sintesi della filosofia di Sunshine: scienza e solidarietà” e per questo il suo ringraziamento al Monk è ripetuto e sincero. Non diverso è l’atteggiamento dei ricercatori e dottorandi alle prese con i bambini per la prima volta. Emanuele e Michela sono entusiasti e divertiti da questa esperienza che ha visto i bambini affascinati dalla creazione dell’elettricità con l’uso di patate e coca cola. Chiara manifesta il suo entusiasmo col calore e il colore del suo toscano non spento dalla permanenza viennese e tutti legano, in un modo o nell’altro, la divulgazione scientifica alla solidarietà.

E di solidarietà, in forma ridente e scanzonata, parlerà anche un “mago”. Il mago-clown Scannamago che prima intrattiene i bambini sul prato dei laboratori scientifici e poi farà il suo spettacolo dal palco. Il mago-clown, il cui nome al secolo è Paolo Scannavino, ha esperienza in Palestina, esattamente nell’ospedale pediatrico di Betlemme dove, insieme alla sua compagna di vita Laura, al momento “trucca bimbi”, ha svolto due missioni di “dottor clown” per sollevare il morale dei bimbi ospedalizzati. Paolo è arrivato a offrire la sua performance a Sunshine per quella che lui chiama “legge di attrazione universale passata attraverso contatti diversi”. Ama e crede molto nel suo lavoro perché “il clown lavora sulle emozioni e in questo modo, con leggerezza, stimola la curiosità” poi aggiunge che crede “fermamente nell’importanza di stimolare la curiosità andando oltre le necessità strettamente materiali, perché se c’è voglia di imparare c’è voglia di vivere e quindi, anche se non possiamo costruire ospedali – dice – possiamo insegnare a resistere alle avversità e a superarle attraverso curiosità e creatività” poi aggiunge “questa è la mia ideologia”.

E’ già la seconda volta in meno di due ore che viene citato un termine ormai desueto e dileggiato o addirittura usato come attributo dispregiativo: “ideologia”. Ma qui invece è usato nella sua accezione etimologicamente corretta, cioè sistema di idee e di valori. E sono idee e valori che sembrano realmente coltivati in questo giardino del Portonaccio che meriterebbe di essere emulato ovunque, come dice la presidente di Sunshine4Palestine, Barbara Capone, venuta da Vienna insieme al suo team di ricercatori proprio per presentare il progetto che verrà realizzato in Palestina, terra dove l’ingiustizia quotidiana si chiama anche scarsità indotta e razionamento arbitrario di elettricità ed acqua da parte degli occupanti.

L’obiettivo da raggiungere in Palestina non sarà soltanto quello di portare la scienza fisica nel quotidiano dei ragazzi, ma anche quello di mettere un simbolico – e anche concreto – mattone per la costruzione del primo museo della scienza a Gaza. Lo ripeterà anche nel breve discorso che terrà dal palco, chiamata come tutti i rappresentanti delle altre associazioni (altra bellissima idea del Monk) a spiegare il progetto. Progetto che a Betlemme, dopo il sì convinto della locale Università, partirà già in autunno, “ma che per essere attuato a Gaza – come dirà Barbara Capone – non ha bisogno solo di genialità, generosità e buona volontà, ma anche dei permessi per entrare” perché, è bene ricordarlo, Gaza è una zona della Palestina sotto assedio israeliano e le chiavi per aprire la porta le detiene l’assediante. Che Sunshine ce la faccia è il nostro augurio, ed l’augurio che, di conseguenza, arriva diretto alla Striscia di Gaza.