La B61-12, la nuova bomba nucleare Usa destinata a sostituire la B-61 schierata in Italia e altri paesi europei, è stata «ufficialmente autorizzata» dalla National Nuclear Security Administration (Nnsa), l’agenzia del Dipartimento dell’Energia addetta a «rafforzare la sicurezza nazionale attraverso l’applicazione militare della scienza nucleare».
Dopo quattro anni di progettazione e sperimentazione, la Nnsa ha dato luce verde alla fase di ingegnerizzazione che prepara la produzione in serie. I molti componenti della B61-12 vengono progettati e testati nei laboratori nazionali di Los Alamos e Albuquerque (Nuovo Messico), di Livermore (California), e prodotti (utilizzando in parte quelli della B-61) in una serie di impianti in Missouri, Texas, Carolina del sud, Tennessee. Si aggiunge a questi la sezione di coda per la guida di precisione, fornita dalla Boeing.
Le B61-12, il cui costo è previsto in 8-12 miliardi di dollari per 400-500 bombe, cominceranno ad essere fabbricate in serie nell’anno fiscale 2020, che inizia il 1° ottobre 2019. Da allora cominceranno ad essere sostituite alle B-61.
Secondo le stime della Federazione degli scienziati americani (Fas), gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B-61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180. Nessuno sa però con esattezza quante effettivamente siano: ad Aviano ci sono 18 bunker in grado di stoccarne oltre 70. In questa base e a Ghedi sono già state effettuate modifiche, come mostrano foto satellitari pubblicate dalla Fas. Analoghi preparativi sono in corso nelle altre basi in Europa e Turchia.
La Nnsa conferma ufficialmente che la B61-12, definita «elemento fondamentale della triade nucleare Usa» (terrestre, navale e aerea), sostituirà le attuali B61-3, -4, -7 e -10. Conferma quindi quanto abbiamo già documentato. La B61-12 non è una semplice versione ammodernata della precedente, ma una nuova arma: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con una potenza media pari a quella di quattro bombe di Hiroshima; un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di sorpresa.
Le nuove bombe, che gli Usa si preparano a installare in Italia e altri paesi europei nel quadro della escalation contro la Russia, sono armi che abbassano la soglia nucleare, ossia rendono più probabile il lancio di un attacco nucleare. La 31st Fighter Wing, la squadriglia di cacciabombardieri Usa F-16 dislocata ad Aviano, è pronta all’attacco nucleare ventiquattr’ore su ventiquattro. Anche piloti italiani, dimostra la Fas, vengono addestrati all’attacco nucleare sotto comando Usa con i cacciabombardieri Tornado schierati a Ghedi.
In attesa che arrivino anche all’aeronautica italiana i caccia F-35 nei quali, annuncia la U.S. Air Force, «sarà integrata la B61-12». La prima squadriglia di F-35, di stanza nella base Hill nello Utah, è stata ufficialmente dichiarata «combat ready» (pronta al combattimento). La U.S. Air Force dice di non prevedere quando la squadriglia di F-35 sarà «combat proven» (provata in combattimento), ma che è «probabile un suo schieramento oltremare agli inizi del 2017».
La ministra Pinotti spera che venga schierata in Italia, già «scelta» dagli Usa per l’installazione del Muos che «avrebbero voluto altre nazioni». Con le B61-12, gli F-35 e il Muos sul proprio territorio, l’Italia sarà anche scelta, dal paese attaccato, quale bersaglio prioritario della rappresaglia nucleare.
Il Manifesto, 13 settembre 2016
Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO