Una conferenza stampa nel prato davanti al Parlamento tedesco, a Berlino, luogo con un grande significato storico, apre il congresso “Disarmo! Creare un clima di pace” alle 12 meno tre minuti, allusione ai tre minuti che mancano al cosiddetto abisso nucleare.
Circondato di striscioni sulla messa al bando delle armi atomiche, Reiner Braun, dell’International Peace Bureau, dà il benvenuto a stampa e partecipanti e introduce gli oratori. Parla per prima Tawakkol Karman, Premio Nobel per la Pace yemenita, che ricorda quante scuole si potrebbero costruire con il costo di una sola bomba nucleare, sottolinea l’importanza della lotta contro le dittature e afferma che non si arriverà alla pace senza giustizia.
Interviene poi Saher H. Chowdhury, presidente dell’Inter-Parliamentary Union, che riunisce parlamentari di moltissimi paesi, esprimendo la solidarietà e l’appoggio della sua rete al lavoro svolto dagli organizzatori del congresso. Una causa, dice, che è necessario sostenere non solo per il presente, ma anche per le generazioni future. Nel mondo si spendono miliardi di dollari per le armi, mentre la pace riceve pochi fondi. I parlamentari devono alzare la voce in nome della gente che rappresentano e dire no all’uso di simili, enormi risorse per fini di distruzione.
Prende quindi la parola Alyn Ware, storico attivista per la pace e il disarmo che ricorda come il suo paese, la Nuova Zelanda, abbia messo al bando da tempo le armi nucleari. Se l’abbiamo fatto noi potete farlo anche voi, esorta i presenti, che accolgono con entusiasmo il suo invito.
Al suono di una sirena viene poi scoperto il dipinto in 3D dell’artista Joe Hill, che rappresenta la minaccia alla civiltà umana rappresentata dalle migliaia di missili nucleari nascosti sotto terra o nei sottomarini. Hill lancia un appello ai giovani perché diffondano nei social media con l’hashtag #3DnukeBerlin l’immagine del missile incatenato, una sintesi efficace della follia atomica e uno stimolante preludio al congresso che si aprirà stasera all’Università Tecnica di Berlino.
Qui di seguito un breve video con alcuni momenti della mattinata trascorsa davanti al Reichstag e con la riflessione dell’artista Joe Hill. A seguire un fotoreportage
Fotoreportage di Dario Lo Scalzo e Pepi Munoz