Gentili lettori, vorrei condividere un evento svoltosi nel 2012 ma ancora attuale.
Il 3 ottobre 2012 sono stato invitato alla presentazione di un libro sulla vita del reverendo Martin Luther King dal titolo “Il messaggio della speranza”, organizzata dal centro culturale dell’ambasciata USA a Praga. Avendo grande stima del Dr. King, ho partecipato con piacere.
Vivendo a Praga da anni ho potuto osservare, una certa tendenza negli amici Cechi a considerare positivamente quasi tutto ciò che proviene dagli Stati Uniti d’America, tendenza che spesso si rivela ingenua e infondata. Allora quando capita colgo l’occasione, per suggerire altri punti di vista.
Pur considerando positiva la pubblicazione di King in Repubblica Ceca, mi pareva eccessivo di essere invitato nell’ambasciata USA e discorrere ordinatamente di nonviolenza, mentre le élite militari, industriali e finanziarie di questo stesso Paese hanno una condotta violenta su diversi fronti. Infatti queste élite spesso manipolano e si intromettono negli affari interni di altri Paesi, esigono aumenti delle spese militari, si impossessano di risorse energetiche altrui, occupano territori lontani, eliminano presidenti incomodi, installano basi militari nei vari continenti, appoggiano il terrorismo, aggrediscono interi popoli e attentano alla vita umana in diverse forme.
La domanda principale della serata era: “Qual è il messaggio della speranza, il sogno americano di Martin Luther King per la società di oggi?”
Cercando una risposta ho pensato: “King è stato assassinato nel mezzo della sua carriera pastorale e politica. Fin quando ha lottato per i diritti civili, nonostante i numerosi opponenti, è riuscito comunque ad ottenere risultati notevoli per l’emancipazione dei cittadini Afroamericani.
Ma quando ha chiesto il ritiro dell’esercito USA dal Vietnam, ispirando molta gente in tale direzione, ha iniziato a rischiare la vita. Molti sostengono che sia stato proprio il dissenso sulla guerra in Vietnam a provocare la sua uccisione. Nell’ultimo discorso “Vedo la terra promessa” si nota il presentimento di King di essere vicino al “capolinea terreno”.
Per rendergli onore ho deciso di portare al dibattito la domanda: “Che direbbe King delle guerre che il suo paese realizza oggi”?
Inoltre prima dell’incontro ho pensato ad altri personaggi che avessero qualcosa in comune con Lui, che hanno lavorato per il ritiro militare dal Vietnam, per l’emancipazione degli oppressi, hanno messo in discussione il potere e infine, come King, sono stati ammazzati in circostanze poco chiare.
Ho stampato su un foglio la foto di King insieme a quelle di Robert Kennedy, Salvador Allende, Patrice Lumumba, Oscar Romero e John Lennon.
Arrivato alla presentazione del libro avevo il foglio stampato ancora nella borsa e con mia sorpresa uno degli oratori, spiegando il contesto dell’attentato a King, ha citato cinque dei sei personaggi da me stampati sul foglio. Una telepatia! Visto che l’oratore non poteva sapere ciò che avevo stampato due ore prima.
Tornando al punto, credo che l’eredità di King sia di coltivare il suo esempio di nonviolenza al di là dei salotti di ambasciata. Il “messaggio della speranza”, il sogno americano di Martin Luther King sarebbe oggi “ritirare le forze di invasione USA presenti negli altri paesi”.