La nuova legge varata dal Parlamento della Tanzania, che qualifica come reato grave il matrimonio precoce, è stata applaudita oggi da alcune dirigenti di organizzazioni panafricane per i diritti umani.
Helen Kijo, direttrice della ONG Centro dei Diritti Giuridici e Umani ha definito ‘storica’ la recente decisione del Parlamento tanzaniano e ha detto che essa contribuirà a ristabilire la dignità dei bambini e bambine di questo Paese.
Anche Rebeca Gyumi, del gruppo indipendente di sostegno alle donne ‘Msichana Initiative’, ha elogiato questo passo, ma ha avvertito che esso non implica la fine dei matrimoni con bambine in questa nazione dell’Africa orientale.
La nuova legge stabilisce che il matrimonio e il rapporto sessuale con ragazze in età da scuola primaria e secondaria (sotto i 18 anni), sia punibile, senza eccezioni, con 30 anni di carcere, ha precisato il procuratore generale George Masaju.
Per garantire l’osservanza della nuova legge (che intende garantire l’accesso effettivo delle adolescenti all’istruzione secondaria, mentre prima veniva aggirato anche tramite il matrimonio -NDT), le scuole di tutto il paese hanno l’obbligo di informare il governo sulle allieve che si sposano o che sono in stato di gravidanza.
Il 21 per cento delle minorenni della Tanzania (tra i 15 e i 19 anni) ha figli e il 40 per cento contrae matrimonio prima dei 18 anni di età, secondo l’ufficio delle statistiche di Dodoma e l’ONU, rispettivamente.
Traduzione dall’originale spagnolo di Leopoldo Salmaso