Requiescat in Pace.
Una constatazione ovvia: TUTTI vogliamo la verità per Giulio Regeni.
Una constatazione meno ovvia: NON TUTTI vogliamo TUTTA la verità per Giulio Regeni.
Anzi, quasi tutti, compresi i rispettabili amici di Amnesty International, Antigone, CILD, etc., nonché stimati Colleghi di questa stessa IPA alla quale mi onoro di contribuire, si comportano come se avessero tutta la verità già in tasca. Infatti danno per scontato che il colpevole sia quello che, se lo dicono i media mainstream, dev’essere lui per forza! E si stanno concentrando esclusivamente sulla pena da infliggere a suddetto “colpevole”.
Ma chi vuole TUTTA la verità non può ignorare i molti elementi che contraddicono la “verità preconfezionata”. Preconfezionata al punto da essere stata messa in moto venti ore prima che Giulio fosse ufficialmente scomparso. Ecco solo pochi elementi fra i tanti:
– I giudici di Roma, dopo aver analizzato il PC e le telefonate di Giulio, promuovono una rogatoria internazionale presso l’Universita’ di Cambridge per sapere se avesse affidato al nostro connazionale altri incarichi, oltre a quello ufficiale. Cambridge si rifiuta di rispondere definendo tali informazioni “riservate”.
– Nel sito dell’Università di Cambridge c’è il curriculum di Giulio. Al momento della sua morte non c’è una notizia molto importante, che ora invece c’è visto che fa parte della rogatoria: Giulio ha lavorato per un anno alla Oxford Analytics, e al Cairo era distaccato presso l’Università Americana. Entrambe queste istituzioni gravitano nell’orbita dei servizi segreti anglo-americani[1].
– Fra i tutor accademici di Giulio figurano Anne Alexander e Maha Abdelrahman, molto attive contro l’attuale regime egiziano. Quest’ultima collabora con OpenDemocracy di Soros, benemerito/famigerato per scegliere il colore delle rivoluzioni “colorate”[2]. Giulio, volente o nolente, tanto o poco consapevole, è una pedina dell’intelligence anglo-americana.
– Da un secolo l’Italia è il primo partner commerciale dell’Egitto, e recentemente l’ENI vi ha scoperto il più grosso giacimento di gas di tutto il Nordafrica. Se Giulio dava fastidio al governo egiziano, bastava una telefonata alla Farnesina e il nostro connazionale salutava l’Egitto, non prima di aver ricevuto adeguati attestati di benemerenza. Invece viene torturato, ucciso, e il suo corpo viene messo su un’autostrada la mattina del giorno stesso in cui il nostro ministro Federica Guidi è attesa con una folta delegazione economica (subito cancellata).
Anche ammettendo che l’attuale governo egiziano sia più dispotico dei precedenti, vogliamo credere che sia pure stupidamente masochista?[3]
– Cinque anni fa, con l’attacco alla Libia e l’assassinio di Gheddafi (che Obama definì “il più grave errore della sua politica estera”), l’Italia sacrificò i propri interessi nazionali, oltre a quelli libici: entrambi incompatibili con le priorità geopolitiche della Francia e degli anglo-americani.
Oggi la crisi Italo-Egiziana e le nostre pressoché unilaterali reazioni giovano a tutti meno che ai due paesi coinvolti…
Ergo, posso dire che siamo recidivi ?
E posso chiedere verità anch’io, sperando che le mie preghiere per la pace di Giulio e dei suoi familiari non vengano strumentalizzate?
[1] http://federicodezzani.altervista.org/verita-giulio-regeni-richiamare-lambasciatore-londra-minimo/
[2] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-03/se-soros-e-finanza-scelgono-governo-dell-ucraina-084934.shtml?uuid=ABOLVKLC&refresh_ce=1
[3] http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/06/velinari-e-bischeri.html