Il 24 giugno il Parlamento tedesco ha respinto una richiesta del partito di sinistra Die Linke per abolire un paragrafo della legge secondo cui le imprese di trasporto come le linee aeree devono pagare pesanti multe se accettano viaggiatori senza i documenti appropriati. Il rifiuto era prevedibile, non c’è stata un’ampia discussione sul tema e i media non ne hanno quasi parlato.
Immaginando questo esito il Centro per la Bellezza Politica di Berlino, noto per le sue spettacolari iniziative artistiche contro la violazione dei diritti umani, aveva affittato tramite una raccolta fondi un aereo di Air Berlin, che portasse a Berlino da Ankara cento rifugiati siriani, in modo da poterli riunire alle loro famiglie che già vivevano in Germania. Nessuno di questi rifugiati aveva un visto.
La notte prima del decollo dell’aereo, che avrebbe dovuto arrivare all’aeroporto berlinese di Tegel martedì 28 giugno, Air Berlin ha cancellato il contratto, sicuramente in seguito a pressioni delle autorità. Il Centro per la Bellezza Politica ha denunciato il coinvolgimento della polizia tedesca e dell’ambasciata ad Ankara nella mancata partenza dei profughi.
Ciononostante la questione sollevata è di enorme importanza e punta al problema centrale: invece di ottenere un visto e spendere 300 euro per un volo sicuro, i rifugiati sono costretti a pagare dieci volte tanto a bande illegali di trafficanti per pericolosi viaggi in mare, che continuano a uccidere migliaia di persone.
Il fatto che i governi o la comunità internazionale non cambino i regolamenti per i visti per impedire queste morti rappresenta una tacita approvazione di un omicidio. Secondo Philipp Ruch, direttore artistico del Centro per la Bellezza Politica, la cancellazione del volo all’ultimo minuto lo ha dimostrato al di là di ogni dubbio. “E’ stato un sonoro fallimento, ma nel corso di tutta questa iniziativa la domanda ‘Mamma, perché i rifugiati non possono semplicemente prendere un aereo?’ ha trovato una chiara risposta.”
Secondo l’EU regulation 2001/51/EG non si possono trasportare profughi privi di visto, ma questa proibizione sembra violare la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati: come potrebbero infatti esercitare il loro diritto alla protezione, se gli viene impedito di raggiungere il paese in cui potrebbero chiederla? Nel caso della Siria, per esempio, l’ambasciata tedesca a Damasco, che emette i visti, è chiusa da tempo. Il Centro per la Bellezza Politica porterà la questione davanti alla massima autorità giudiziaria in Germania, avendo raccolto prove sufficienti con il tentativo di far partire i profughi e il comportamento delle autorità, che hanno cancellato il volo con mezzi discutibili.
Per attrarre ancora più l’attenzione su questo tema, è stato organizzato per la stessa serata un “evento” al Teatro Gorki di Berlino, trasformato in un circo romano: alcuni rifugiati sarebbero stati simbolicamente “sbranati” dalle tigri “donate” da Erdogan, allusione alla politica inumana verso i profughi e all’indegno accordo tra l’Unione Europea e la Turchia. Pare che dodici rifugiati si siano offerti volontari per partecipare a questa “protesta artistica”. Le autorità di Berlino volevano impedire l’evento, che si è svolto alla presenza della polizia, senza che nessun profugo venisse “mangiato.” Hanno assistito circa trecento persone, tra cui molti giovani e molti membri della comunità siriana e araba di Berlino. E’ stato intervistato il padre e marito di alcuni rifugiati, che avrebbero dovuto arrivare ieri notte. Sua moglie e i suoi figli dovevano prendere l’aereo che li avrebbe portati via dalla terribile situazione in cui erano bloccati in Turchia.
Il Centro per la Bellezza Politica ha già organizzato simili, spettacolari eventi per attirare l’attenzione sulla sofferenza umana. I suoi membri affermano che a spingerli è la compassione per la gente in situazioni difficili e dolorose, che poi si traduce nei loro eventi artistici.
Secondo alcune critiche, l’azione di ieri non ha evidenziato la radice del problema, che si può risolvere solo facendo pressione sul governo tedesco perché la smetta di vendere armi e finanziare stati canaglia come la Turchia e l’Arabia Saudita e su tutti i paesi che contribuiscono alla distruzione della Siria.
Risolvere una crisi così duratura richiederà un certo tempo, dunque potrebbe essere una combinazione di questi due elementi a condurre a una soluzione: a breve termine cambiare i regolamenti sui visti e sospendere temporaneamente i regolamenti europei che impediscono ai rifugiati di esercitare il loro diritto alla protezione e a lungo termine interrompere la vendita di armi e i finanziamenti ai dittatori del Medio Oriente. Queste manovre geopolitiche vanno avanti da anni e Assad è solo un anello di una lunga catena.
Se questa azione, che si è conclusa in modo pacifico, senza che nessuno si facesse male, è servita ad attirare l’attenzione sul fatto che è il rifiuto europeo di cambiare un’unica regola a causare le stragi nel Mediterraneo, allora il risultato ottenuto è senz’altro positivo. E forse una cosa da imparare da questi artisti/attivisti, per quanto vengano accusati di esibizionismo narcisistico, è rendersi conto che ci vogliono coraggio, pazienza e forza per continuare a lottare per i diritti umani violati nel mondo.
Per dirla con le parole di Arundhati Roy nel suo libro “La fine delle illusioni”:
“Amare. Essere amati. Non dimenticare mai la propria irrilevanza. Non abituarsi mai all’indicibile violenza e alla volgare disparità della vita intorno a sé. Cercare la gioia nei luoghi più tristi. Inseguire la bellezza fino alla sua tana. Non semplificare mai ciò che è complicato o complicare ciò che è semplice. Rispettare la forza, mai il potere. Soprattutto osservare, cercare di capire, non distogliere lo sguardo e non dimenticare mai.”
Questa è la bellezza umana!