Invece di creare crescita, il Neoliberismo ha aumentato la disuguaglianza, minando le basi della crescita. I politici dovrebbero essere più aperti alla redistribuzione.
La scorsa settimana un settore di ricerca del Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato un rapporto con l’ammissione che il neoliberismo è stato un fallimento. Il rapporto, intitolato “Neoliberalismo: Ipervenduto?” è, auspicabilmente, un sintomo di morte di quella ideologia. Solo che sono in ritardo di circa 40 anni. Come Naomi Klein ha tweettato sul rapporto: “Allora tutti i miliardari che il FMI ha creato stanno per restituire i loro soldi, giusto?”.
Molti Fra i risultati del rapporto che colpiscono al cuore l’ideologia, molti riecheggiano ciò che i critici e le vittime del neoliberismo hanno ripetuto per decenni.
Il rapporto spiega che le politiche neoliberiste di austerità e di ridotti controlli sui movimenti di capitale “Invece di creare crescita” in realtà hanno “aumentato la disuguaglianza”. Questa disuguaglianza “potrebbe essa stessa minare le basi della crescita…”. Di conseguenza, il rapporto afferma che “chi determina le scelte politiche dovrebbe essere più aperto alla redistribuzione di quanto non sia ora”.
Tuttavia, il rapporto ignora alcuni elementi degni di nota sulla storia e sull’impatto del neoliberismo.
Il FMI suggerisce che il neoliberismo è stato un fallimento. Ma ha funzionato molto bene per l’1% globale, cosa che è sempre stata nelle intenzioni del FMI e della Banca Mondiale. Come l’Oxfam ha riportato all’inizio di quest’anno, l’1% più ricco del pianeta ora possiede tanta ricchezza quanta il restante 99%. (Analogamente, la giornalista investigativa Dawn Paley nel suo libro Drug War Capitalism ha dimostrato che, lungi dall’essere un fallimento, la guerra alla droga è stato un enorme successo per Washington e le multinazionali).
Il rapporto del FMI cita il Cile come un caso di studio per il neoliberismo, ma non cita mai che quella ideologia economica è stata applicata tramite la dittatura di Augusto Pinochet spalleggiato dagli Stati Uniti – omissione importante da parte dei ricercatori, certamente non attribuibile a distrazione occasionale. In tutta l’America Latina, neoliberismo terrorismo di stato in genere sono andati a braccetto.
Nel 1977 l’impavido giornalista argentino Rodolfo Walsh, in una Lettera Aperta alla Giunta Militare Argentina, ha denunciato l’oppressione di quel regime, una dittatura che ha orchestrato l’assassinio e la scomparsa di oltre 30.000 persone.
“Questi eventi, che agitano la coscienza del mondo civile, non sono tuttavia la più grande sofferenza inflitta al popolo argentino, né la peggiore violazione dei diritti umani che avete commesso”, scrisse Walsh a proposito delle torture e degli assassinii. “E’ nella politica economica di questo governo che si scopre non solo la spiegazione per quei crimini, ma una maggiore atrocità che affligge milioni di esseri umani attraverso la miseria pianificata. . . Basta camminare per la grande Buenos Aires per un paio d’ore per constatare la velocità con cui una tale politica trasforma la città in una bidonville da dieci milioni di persone”.
Questa ‘miseria pianificata’, come dimostra vividamente “Shock Doctrine” di Naomi Klein, era l’agenda neoliberista che il FMI ha imposto per decenni.
Il giorno dopo aver inviato la lettera alla giunta Walsh fu sequestrato dal regime, ucciso, bruciato, e scaricato in un fiume, uno dei milioni di vittime del neoliberismo.
Traduzione di Leopoldo Salmaso dall’inglese ( Toward Freedom, 31/05/2016 )
Questo articolo è stato ripreso anche da Counterpunch
NOTIZIE SULL’AUTORE
Benjamin Dangl ha lavorato come giornalista in tutta l’America Latina, coprendo i movimenti sociali e la politica nella regione per oltre un decennio. Egli autore dei libri Dancing with Dynamite: Social Movements and States in Latin America, and The Price of Fire: Resource Wars and Social Movements in Bolivia. Dangl è attualmente candidato al dottorato in storia dell’America Latina presso la McGill University. Pubblica UpsideDownWorld.org, un sito web su attivismo e politica in America Latina, e TowardFreedom.com, una prospettiva progressiva sugli eventi mondiali. Twitter: https://twitter.com/bendangl Email: BenDangl (at) gmail (dot) com