Dal 16 al 19 giugno Desiderio Crea sarà a Matera a documentare cià che anima le amiche i gli amici di Casa Netural dopo aver incontrato gli amici della Cooperativa Sociale Giovani in Vita a Sinopoli, nel cuore della ’Ndrangheta, e le ragazze i i ragazzi del Centro Internazionale delle Culture UBUNTU nel cuore di Palermo.

 

Siamo arrivati a  Sinopoli il 26 di maggio, nel cuore della provincia di Reggio Calabria, in un piccolo centro in mezzo alle montagne ricoperte di boschi di Ulivi, qui si produce olio da generazioni e generazioni, ancor prima che la morsa della criminalità organizzata, potesse pretendere da tutti omertà e servilismo affinché niente si muova senza il loro consenso o fuori dagli interessi di potere delle “Famiglie”.

Abbiamo incontrato persone che la mattina quando si svegliano si “vogliono poter guardare in faccia” perché non hanno ceduto all’omertà, alla collusione, alla complicità di questo cancro sociale profondamente radicato fin nei piccoli paesini della Calabria al pari della Sicilia e Campania e in gran parte anche della Puglia. In questo regime di tensione di fondo, arriviamo noi con l’allegria e l’energia positiva del cambiamento nonviolento e della spiritualità nell’arte, del gioco degli scarabocchi dell’infanzia. Nessuna delle parti avrebbe potuto sapere come potesse risultare questo nostro incontro. Sarà forse che mettere delle persone così forgiate dalle difficoltà del territorio a scarabocchiare la grande tela, sia un’impresa un po’ troppo ardita?

Niente fu più salutare e gradito di questo incontro tra la bellezza dell’arte e il loro coraggio, tra la freschezza del Desiderio Crea e la loro genuina e ospitale generosità. Le “teste dure” come loro si definiscono, non lo sono state affatto di fronte alla nostra proposta rivelando al contrario un’apertura e un desiderio di mettersi in gioco con una profondità fuori dal comune. Così ci hanno fatto capire che la forza della determinazione a non finire travolti dalla collusione con l’Ndrangheta, la loro testa dura, è al servizio di una causa di speranza per lasciare  un seme aperto al futuro in una terra dove su una classe superiore di 25 ragazzi a distanza di 5 anni oggi ne rimangono solo 3, come ci ha detto Antonino.

Così questi tre giorni passati con loro, in cui non neghiamo abbiamo avvertito la tensione del territorio sottolineata dalla presenza fissa della scorta armata dei Carabinieri, sono passati all’insegna della connessione con chi senza sceglierlo si trova suo malgrado a vivere una vita di allarme e di pericoli ma che porta la conseguenza del proprio coraggio con dignità altissima e nascosta luminosità. Loro non sono eroi, ma semplicemente persone che vogliono lavorare onestamente, così si descrivono, ma in questo contesto tutto ciò lo si paga con l’isolamento da parte di “amici” e spesso pesa anche il dissenso delle proprie famiglie impaurite.

Alla nostra partenza domenica 29 alla volta di Palermo non volevano che ce ne andassimo, e anche noi saremo voluti rimanere altri giorni, sicuramente abbiamo nuovi amici in Domenico, Rocco, Roberto, Viaviana, Pino e le loro famiglie, perché il respiro felice dei colori, dell’arte e dello sguardo profondo su se stessi che si esprime attraverso il laboratorio della grande tela sono stati particolarmente decomprimenti rispetto al loro lavoro quotidiano.

Come in ogni tappa del Desiderio Crea, sentiamo che è iniziata una storia che al di là della possibilità o meno di incontrarsi frequentemente, ci unisce profondamente con tutti gli artisti della Grande Tela attori e attrici protagonisti del nuovo mondo.

Il 29 a notte fonda verso le 2 del mattino, la povera Patrizia ci accoglie a Palermo per ospitarci nella residence dei Cappuccini per farci un profondo sonno ristoratore ed integratore in vista del laboratorio per la grande tela fissato per lunedì mattina alle 8.30.

Due parole sul Centro UBUNTU che in lingua bantu che indica “benevolenza verso il prossimo”. Il 2 ottobre del 2006, giorno internazionale della nonviolenza e nascita di Gandhi, nel quartiere storico di Palermo Ballarò, nella piazzetta Santa Rosalia, i bambini di varie etnie che vivevano la propria giornata per strada, spesso al lato del degrado delle proprie madri che si prostituivano, avevano una nuova casa in cui scoprire una realtà diversa fatta di affetto e di speranza. La situazione dei bambini di strada e le loro famiglie, balzò al cuore di chi fondò l’asilo UBUNTU in occasione del ritorno di un viaggio da una missione in Brasile in appoggio alle popolazioni delle “favelas”. La similitudine di queste due realtà di degrado umano gli fece capire il senso di operare nelle proprie “favelas” palermitane e la necessità di dare una dignità a quei bambini e a quelle madri. Il primo asilo UBUNTU nacque quindi  nel cuore della Palermo “difficile”. Oggi la nuova sede più grande e spaziosa, ma anche più dispendiosa per essere sostenuta interamente da un lavoro di semi volontariato, è sempre in centro storico vicino al mare e accoglie soprattutto bambini e adolescenti delle culture ghanesi e del Burkina Faso, le mamme e le condizioni sono migliorate in questi anni e per quanto si difficile l’integrazione delle culture, anche tre quelle della stessa Africa, i bambini e le famiglie che frequentano il Centro si sentono a casa.

 

Ben distante dall’immagine di altre realtà che lavorano direttamente col disagio adolescenziale irrequieto e difficile da gestire, a UBUNTU si respira un’aria di bellezza, dolcezza, gentilezza e affetto. Si entra in una cortina di coccole in cui tutti si prendono cura di tutti, dato che gli stessi bambini di dieci anni fa oggi fanno il volontariato nel Centro contagiando virtuosamente le generazioni di bambini che poi diventano ragazzi e adulti. A UBUNTU, come se fosse un’isola nel mare, si respira un’aria di fratellanza e di accoglienza totalmente scevra dalle idiote divisioni umane dove al centro vi è il piacere di dedicarsi agli altri come a se stessi, tanto che una delle comprensioni che più ci hanno comunicato è che fare per altri si verifica sempre come il miglior modo di dare a se stessi e di vivere una vita piena di senso.

Così il dare e l’avere si confondono, come forse dovrebbe sempre essere, in un flusso di affetto e di attenzioni reciproche dato che i giovani frequentatori sono aperti e sereni e ci hanno accolti con curiosità e voglia di conoscerci e interagire allo stesso modo degli operatori e dei volontari Patrizia, Betty, Gaetano, Anna, Lorea, Loredana, Giusi e Valentina e tutti gli altri.

Certo abbiamo visto con quanta cura ma anche con quante difficoltà possano mandare avanti una simile iniziativa con carenza di fondi, per questo siamo stati ulteriormente felici del nostro incontro per poter attraverso il Desiderio Crea  portare all’attenzione di altri  le campagne di autofinanziamento per poter garantire un servizio ed una struttura efficiente nella sua modestia e umile accoglienza.

Eccoci dunque pronti alla nuova partenza per Casa Netural, un’associazioce che fa della condivisione, creatività e disponibilità per gli altri un suo punto forza e che ha come progetto il miglioramento del territorio e la proliferazione di attività costruttive di un nuovo mondo orizzontale e condiviso.

Desiderio Crea è la più grande tela pittorica mai realizzata, dipinta da oltre 150 persone che operano in distinti settori della società.

http://www.desideriocrea.org/desideriocrea.php