Dana Feminovà, portavoce dell’organizzazione Mondo senza Guerre e senza Violenza per la Repubblica Ceca, ha richiamato l’attenzione sulla crescente militarizzazione della società che si sta verificando nei paesi dell’est europeo, e allo stesso tempo ha ricordato come la mobilitazione della popolazione sia riuscita, nel 2009, a bloccare il progetto statunitense di posizionamento di un radar antimissilistico sul suolo ceco.

Questo durante il Global Media Forum che ha avuto recentemente luogo a Bonn (Germania) e nel contesto della tavola rotonda organizzata da Pressenza sull’Industria delle armi e l’etica. Riproduciamo la sua esposizione.

 

Vorrei ringraziare gli organizzatori di questo forum e Pressenza per averci invitato a questo laboratorio.

Come l’organizzazione umanista Mondo senza Guerre e senza Violenza, da decenni siamo impegnati nella lotta nonviolenta, e sulla base della nostra esperienza siamo giunti ad alcune conclusioni che sentiamo la necessità di condividere e rendere pubbliche. Per questo apriremo una finestra su ciò che sta accadendo negli ultimi anni in Repubblica Ceca e, in generale, nell’Europa dell’est.

In primo luogo parleremo della lotta che ha avuto luogo in Repubblica Ceca tra il 2006 e il 2009 contro l’installazione di una base militare degli Stati Uniti.

Come secondo punto vedremo alcuni dei fenomeni che ci fanno parlare di una militarizzazione in atto nella nostra società.

L’esperienza della protesta contro la base militare radar degli Stati Uniti nella Repubblica Ceca 2006-2009

Grazie agli accordi tra Gorbachov e Reagan nella decade del 1980, il governo degli Stati Uniti abbandonò formalmente il progetto denominato Difesa Strategica, ma nel 2002 il governo Bush si ritirò unilateralmente dal trattato ABM anti missili balistici e fece ripartire l’antico progetto. Cominciarono negoziati segreti con i governi ceco e polacco al fine di costruire una base missilistica in Polonia e una base radar in Repubblica Ceca.

Nell’anno 2006 in Repubblica Ceca cominciò una grande protesta popolare, durata tre anni. Era promossa da tre organizzazioni, alle quali si unirono altre trenta, dando origine al movimento “Ne Základnám” – “No alle basi”.

Nel maggio 2007 accaddero molte cose e il tema iniziò ad apparire sui mezzi di comunicazione. D’accordo ai sondaggi, il 70% della popolazione era contro la base militare. La protesta fu appoggiata dal Partito Socialdemocratico e dal Partito Comunista, che erano all’opposizione. Il governo reagì organizzando un’enorme e costosa campagna a favore del radar. La costruzione della base militare venne presentata come una necessità per proteggere il paese tanto dall’Iran come dai terroristi, ragioni completamente insostenibili. Questa campagna governativa fu un grande fallimento: più insistevano, più l’opinione pubblica gli si rivoltava contro. Nonostante i tentativi di manipolazione da parte del governo per comprare il loro consenso, i sindaci della regione in cui si sarebbe dovuta installare la base radar intensificarono le proteste del movimento “No alle basi”.

La protesta si estese anche più in là delle frontiere nazionali con la campagna “Europa per la pace”. L’iniziativa fu appoggiata da varie organizzazioni pacifiste e nonviolente di tutto il mondo e da personaggi famosi come Gorbachov, Chomsky e il sindaco di Hiroshima, Tadatoshi Akiba, per nominarne alcuni.

Comunque il governo continuò a ignorare la voce del popolo. Nel maggio 2008 due membri del Partito Umanista, Jan Tamas e Jan Bednar, iniziarono uno sciopero della fame durato 21 giorni, chiedendo un referendum. Infine, anche quelli che fino ad allora avevano avuto paura di esprimere la propria opinione si alzarono in piedi. Intellettuali, politici, artisti, scienziati, celebrità del mondo dello spettacolo e dello sport e dissidenti del regime comunista si unirono a una catena di scioperi della fame a partire da giugno 2009 fino a marzo 2010. Erano coinvolti i differenti settori della società. In quei momenti i politici e i media che appoggiavano cambiarono attitudine, smettendo di dare spazio alla protesta, e cominciarono una vera e propria campagna di denigrazione e menzogne. Le argomentazioni più comuni erano che il movimento era stato promosso da organizzazioni islamiche e finanziato dalla Russia.

Dopo un momento di sconforto, le proteste continuarono e si estesero per tutta Europa, includendo riunioni con eurodeputati del Parlamento Europeo a Bruxelles e a Strasburgo. In questa atmosfera incandescente, in Repubblica Ceca le contraddizioni all’interno della maggioranza esplosero e nel maggio 2009 tutto questo portò alla caduta del governo. Pertanto, non fu possibile ratificare il trattato con gli USA. In settembre Obama abbandonò il progetto.

Fu una grande vittoria per la democrazia.

Dal punto di vista dei mezzi di comunicazione possiamo osservare che:

1 – I mezzi di comunicazione nazionali diedero un po’ di spazio al tema. Senza dubbio, il fatto che il partito socialdemocratico fosse all’opposizione e avesse interesse nel rafforzare la protesta contro il governo fu decisivo. Quando questo interesse scomparve, nei media non ci fu più spazio per questo problema.

2 – In Europa e nel resto del mondo la storia fu pressoché ignorata, benché la questione non riguardasse solo la politica interna della Repubblica Ceca, bensì fosse qualcosa di molto più grande: la ripresa delle tensioni tra USA e Russia, una nuova e pericolosa corsa agli armamenti e la lotta di un popolo per la democrazia e contro la militarizzazione forzata. Abbiamo osservato che, in generale, nei mezzi di comunicazione internazionali esiste la chiara intenzione di non dare importanza al tema. Anche i periodici generalmente sensibili alle proteste contro il militarismo degli Stati Uniti non hanno seguito con interesse questi avvenimenti. Ovviamente ci sono state eccezioni, come alcuni piccoli mezzi di comunicazione indipendenti: Russia Today, TV art… Ma il fatto che i piani per una “Guerra delle Stelle” degli Stati Uniti fossero cambiati a causa delle proteste delle persone di un paese così piccolo, sicuramente non era l’informazione che un gruppo finanziario avrebbe voluto appoggiare e diffondere!

Militarizzazione della società nell’Europa dell’est

Nell’ultimo anno abbiamo osservato un aumento dell’attività dell’esercito degli Stati Uniti in Europa dell’est, che va di pari passo con una forte campagna sui mezzi di comunicazione che ritrae l’esercito degli Stati Uniti quale protettore e salvatore contro la grande minaccia della Russia, che sta dietro tutti i mali del mondo e che ha una politica molto aggressiva che cerca di recuperare il potere su tutti i paesi dell’est europeo. Ci viene detto che abbiamo una scelta: gli USA e la NATO, cosa che significa, nell’est, Occidente o Russia.

Cercheremo di spiegare brevemente alcune situazioni che possono aiutarci ad avere un’idea generale di ciò che sta accadendo.

Convogli dell’esercito statunitense con bandiere nordamericane che viaggiano attraverso l’Europa dell’est

La pietra miliare, in Repubblica Ceca, è stata in questo senso la cosiddetta “Dragon Ride” a marzo del 2015: un’esercitazione militare degli Stati Uniti che consisteva nel trasporto di attrezzature militari e personale degli stati del Baltico attraverso Polonia e Repubblica Ceca verso la Germania. Questa esercitazione includeva veicoli militari Stryker che, in genere, sono trasportati per ferrovia, ma la decisione di portarli in Germania su strada voleva dimostrare l’impegno statunitense nella regione. Tale dimostrazione si è svolta molto vicino ai settant’anni dalla liberazione delle regioni dell’est europeo dal nazismo e dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Pertanto il convoglio di soldati con le bandiere degli Stati Uniti, che salutavano la popolazione durante il loro passaggio, si potrebbe anche interpretare come un tentativo di riscrivere la storia e presentarsi come i veri salvatori!

Vi immaginate un convoglio di questo tipo con le bandiere degli Stati Uniti che passa attraverso Italia, Francia o Germania?

Nel settembre 2015 un’altra operazione, chiamata “Danubio Ride” si è svolta in connessione con le esercitazioni NATO in Ungheria. Nel maggio 2016 si è verificata una situazione molto simile, chiamata “Saber strike” (Attacco a Sciabola) – esercitazione internazionale che l’esercito europeo degli Stati Uniti (USAREUR) celebra annualmente dal 2010: 3 giorni di esercitazioni degli eserciti di USA e Repubblica Ceca, in cui si organizzano anche attività per il pubblico, mostrando alla gente le attrezzature dell’esercito e mettendo armi in mano ai bambini…

Osservate come queste esercitazioni si realizzano sempre nei paesi dell’Europa dell’est: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania…

Influenza degli Stati Uniti nella vita politica

Vediamo un solo esempio, ma molto significativo. Nello stesso periodo, maggio 2015, l’ambasciatore degli Stati Uniti a Praga, il Sig. Shapiro, dichiarò pubblicamente che il presidente ceco, Milos Zeman, non avrebbe dovuto andare a celebrare la fine della Seconda Guerra Mondiale a Mosca. Questa dichiarazione mise in moto una discussione completamente assurda sul viaggio previsto dal Presidente della Repubblica Ceca, nella quale si chiese al governo di non approvare il finanziamento del volo a Mosca, e infine accadde qualcosa di molto strano: il presidente volò a Mosca, ma non presenziò alla cerimonia principale.

E’ questo che stanno facendo gli ambasciatori degli Stati Uniti nel loro paese? Suggerire al proprio presidente quello che deve fare e quali visite all’estero sono adeguate?

Leggi sul servizio militare

Nello stesso periodo si iniziò anche a discutere su emendamenti alle leggi collegate al servizio militare e sulla necessità di duplicare il bilancio militare, modificando il testo del giuramento dei soldati cechi, così che ora devono difendere non solo la terra, ma anche la NATO. Simili modifiche cominciarono a essere discusse nello stesso momento in tutta l’Europa dell’est. Tutto questo accompagnato da una campagna sui mezzi di comunicazione: rapporti nei principali notiziari serali della televisione su come anche le ragazze fossero interessate a diventare soldati, su come il nostro esercito avesse urgentemente bisogno di modernizzare le attrezzature, affinché fossero perfettamente funzionanti e pronte a proteggerci…

In Repubblica Ceca è stato approvato un emendamento sul reclutamento militare, che sarà valido a partire da gennaio 2017.

Spese militari

Gli Stati Uniti hanno fatto un’enorme pressione a tutti i paesi dell’est europeo affinché ottemperassero all’impegno della NATO di destinare il 2% del PIL alle spese militari. D’accordo alle dichiarazioni fatte da ciascun governo, sembra che tutti aumenteranno le spese militari al 2% nel 2020. In molti casi, come in Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, significa duplicare il bilancio militare, nonostante queste economie si trovino ad affrontare gravi difficoltà, con limitate risorse investite nella spesa sociale.

E’ importante osservare che la spesa militare dei paesi NATO nel 2015 si aggira sui 1.000 milioni di dollari, circa 11 volte quello che ha investito la Russia.

Armi nelle scuole primarie – “Preparando i cittadini alla difesa nazioale”

Un’altra attività del Ministero della Difesa e della Forza Armata ceca è un programma chiamato “Preparando i cittadini alla difesa nazionale”. In questo programma i soldati visitano, nelle scuole, i bambini dai 10 ai 15 anni per promuovere l’esercito. Durante queste visite ai bambini vengono insegnate le basi del primo soccorso, la protezione relativa a prodotti chimici e vari tipi di armi, con la possibilità di toccarle e provarle praticamente…

Beh, credo che le foto parlino da sole!

Conclusioni

Vediamo ora in breve alcune delle nostre conclusioni, basate sull’esperienza diretta.

Le tensioni tra USA e Russia stanno influendo sulla vita politica ed economica europea, e creano un nuovo muro tra Europa orientale e occidentale. Per quanto riguarda la tendenza degli avvenimenti, sembra che ci dirigiamo inevitabilmente verso un peggioramento del conflitto. Sfortunatamente i governi europei occidentali non hanno una comprensione chiara di ciò che sta accadendo, e non fanno nulla per promuovere la pace.

Nell’est, benché molti non se ne rendano conto o non vogliano rendersene conto, l’atmosfera ci ricorda i momenti in cui un paese si prepara alla guerra. In questa regione gli USA stanno influendo fortemente nelle decisioni dei governi e nell’imposizione di una militarizzazione della società. La gente è molto confusa e molto sensibile alla propaganda che mostra la Russia come un paese determinato a ricostruire l’antico impero sovietico. Di fatto, la parola “bolscevico” si utilizza di nuovo.

Osserviamo che, al fine di creare una coscienza sulle questioni della pace e del dialogo, così come prendere misure in questa direzione, l’informazione svolge un ruolo centrale; ma per esperienza notiamo che il sistema dell’informazione ha un limite strutturale. In poche parole: si pubblica ciò che si ha interesse a pubblicare. Non c’è né ci può essere etica quando un piccolo gruppo, con potere economico e politico, controlla e gestisce l’informazione. Non stiamo parlando dei giornalisti. Li conosciamo, parliamo con loro e ascoltiamo le loro lamentele. Sappiamo che sono persone che devono seguire le direttive dei loro capi e che sono preoccupate dalla possibilità di perdere il loro posto di lavoro. In poche parole, una situazione molto lontana dalle aspirazioni individuali e dalle dichiarazioni ufficiali sull’etica professionale.

Consideriamo la nonviolenza attiva come l’unica via di uscita. Dobbiamo potenziare tutte le forze progressiste, politiche, sociali, culturali e religiose, che tendono verso una democrazia reale e verso l’umanizzazione. Da un punto di vista mediatico, vediamo che l’unica opzione è rafforzare e sviluppare mezzi di comunicazione liberi e genuinamente indipendenti. Questo avrà bisogno dell’appoggio di tutti: dei giornalisti, che avranno l’opportunità di svolgere un lavoro moralmente valido; delle organizzazioni sociali, che potranno avere la possibilità di far conoscere le proprie attività; di tutte le persone, che non riceveranno informazioni unilaterali. L’indipendenza dal potere economico e l’uso di diverse forme di raccolta di fondi saranno fondamentali.

In sintesi, è importante criticare, ma ancora più importante è cominciare ad aprire spazi per i nuovi cammini che dobbiamo percorrere.

 

Traduzione dallo spagnolo di Matilde Mirabella