La Colombia è un continente nel continente latinoamericano, fatto dalle Ande, da altipiani, da vallate e da vaste pianure, dall’Orinoco all’Amazzonia. La società è divisa e frammentata come la sua geografia e lungo la sua storia mai si è affermato completamente un unico potere statale. Uno dei problemi della Colombia è la sostanziale assenza di una riforma agraria che dia soddisfazione alla fame di terra dei contadini, innanzitutto verso i grandi spazi della frontera interna.
La minga in quechua significa lavoro collettivo in favore della comunità. Esiste nei paesi andini di latinoamerica. In Colombia le minga sono organizzazioni sociali, ma anche politiche.
SCIOPERO CAMPESINO ETNICO Y POPULAR.
La ragione dello sciopero, che è già quasi alla fine seconda settimana, sono accordi incompiuti, il sostanziale disinteresse del governo a soddisfare domande del popolo colombiano, delle centrali operaie, dei movimenti sociali, di insegnanti e studenti, di camionisti, tassisti e altre categorie. Lo sciopero è stato annunciato da una lettera del 17 marzo firmata da CUT, CGT,CTC,CPC, Cumbre Agraria, Movimiento E 24, Dignidad Agropecuaria, Cruzada Nacional por la Dignidad Camionera e indirizzata al presidente Juan Manuel Santos Calderòn. La lettera mette in luce 15 punti: Un programma di emergenza contro fame e morte nell’infanzia. Realizzazione di accordi precedentemente firmati con organizzazioni di lavoratori. Aumento dei salari, riduzione del costo dei servizi pubblici, diminuzione del costo della vita e definizione di minimi vitali. Difesa e non svendita del patrimonio pubblico. Valutazione e revisione dei Trattati di Libero Commercio e difesa della produzione nazionale, sia industriale che agraria. Rifiuto di privatizzare salute e istruzione. Sviluppo dell’impiego con condizioni di lavoro che rispettino la dignità. Un politica ambientalista efficace. Riduzione dei prezzi dei combustibili e congelamento delle tariffe delle autostrade. Eliminazione di esenzione tributarie alle multinazionali. No a aumenti dell’IVA. No a aumenti di tasse a lavoratori e pensionati. Difesa della terra e dei territori della produzione agropecuaria, nonché dei piccoli agricoltori e produttori e dei loro diritti. Sostegno per il graduale rimpiazzo delle coltivazioni illecite. Garanzia dei diritti umani e delle libertà sindacali. Difesa delle pensioni, comprese quelle di poliziotti e militari. Porre termine alle speculazioni finanziarie e protezione e sviluppo dell’economia solidale come le cooperative. Lotta contro la corruzione e rinforzo degli organismi di controllo e della giustizia.
Il governo ha risposto con parole, ma con nessun riscontro positivo, innanzitutto nei confronti di un’economia contro lo sfruttamento, di giustizia sociale e pace, di regolamentazione delle coltivazioni illecite di cocaina e marjuana e di molto altro ancora.
Gimmy Moreno portavoce del Congreso de los Pueblos y de la Cumbre Agraria, Étnica y Popular, ha affermato che il 30 maggio sarà l’ora zero dell’inizio dello sciopero, la cui durata dipenderà dalla volontà del governo di negoziare di raggiungere un accordo definitivo. E in effetti il 30 maggio scorso è iniziato lo sciopero denominato Paro Nacional Minga Agraria, Étnica y Popular con lo scopo di esigere al governo di Santos il rispetto di accordi anteriori e intraprendere azioni immediate contro politiche economiche che sfruttano e danneggiano lavoratori, comunità e territori.
Da oltre10 giorni questo sciopero scuote la Colombia. A coloro rappresentati dalla Minga,migliaia di famiglie contadine, indigene di comunità nere si sono unite altre categorie: studenti, insegnanti, camionisti, etc., etc.. Sono stati giorni intensi, più di cento luoghi di concentrazione in 17 province del paese, comprese zone strategiche come blocchi della Panamericana, del porto di Buenaventura, di aree petrolifere e nelle principali città.
Le proteste, le manifestazioni, le interruzioni di strade sono state combattute dall’ ESMAD ( Escuadrón Mvil Antidisdurbios) il corpo d’élite della Polizia Nazionale che ha lo scopo di reprimere le manifestazioni.
Secondo Il movimento politico e sociale Marcha Patriotica il saldo della repressione è l’assassinio di tre indigeni (Willington Quibarecama Nequirucama, Gersain Ceron e Aurelio Marcos Diaz)152 persone ferite (tra loro cinque minorenni, un difensore dei diritti umani e due donne incinta che hanno sofferto aborti in seguito alla repressione), 145 persone imprigionate (122 uomini, 4 donne, 15 minorenni). Inoltre, 9 leader comunitari hanno ricevuto minacce di morte e sono state denunciate 21 azioni di “intelligence” illegali da parte di esercito e polizia. Nel 2013 19 furono le persone assassinate e 85 le ferite, circa 600 gli imprigionati, tra loro il dirigente della FENSUAGRO e della Central Unitaria de Trabajadores, Huber Ballestreros, ancora in prigione. Per questa ragione la Cumbre Agraria si appella alle organizzazioni internazionali umanitarie perché vigilino la violazione di diritti umani. Centinaia di militanti sociali sono stati assassinati in Colombia senza che i mezzi d’informazione in tutto il mondo ne parlino. Finora il governo di Manuel Santos si è negato a stabilire un dialogo che affronti unitariamente le rivendicazioni, ma ha tentato di dividere la protesta in domande parziali. I portavoce della Cumbre Agraria, nonostante tutto, affermano che lo sciopero continua. Sono migliaia i contadini che manifestano. L’ 8 giugno c’è stata a Bogotá una manifestazione a sostegno della mobilitazione generale ed è stato diffuso un comunicato che smentisce un accordo con il governo che rifiuta la Mesa Unica de Negociación e che afferma che i blocchi stradali non sono stati sollevati compresi quelli della Panamericana.
Il governo di Manuel Santos è d’altra parte preoccupato degli effetti economici, politici e sociali dello sciopero che coinvolge non solo campesinos e che non è capace sia di dividere che di reprimere a fondo.
Solidarietà internazionale.
Solidarietà e appoggio allo sciopero arrivano da altri paesi. L’associazione Justice for Colombia (organizzazione promossa dal Trade Union Congress inglese e dall’Irish Congress of Trade Unions) ha espresso in un comunicato la sua “solidarietà con lo sciopero agrario” e ha denunciato “l’uso sproporzionato della forza e gli abusi commessi dalla ESMAD, la polizia nazionale”. La Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador (Conaie), l’organizzazione più importante di questo paese ha dichiarato il 9 giugno appoggio allo sciopero e ha chiesto al governo colombiano rispetto dei diritti umani.
Conclusione.
“Insistir en lo que nos une, prescindir de lo que nos separa” “Insistere in quello che ci unisce, prescindere da quello che ci separa”. Così ha affermato, oltre 50 anni fa, Camilo Torres prima di unirsi alla lotta armata. Se la Cumbre Agraria, Campesina, Etnica y Popular saprà far propria fino in fondo questa parola d’ordine di Camilo vincerà.