I genitori di Giulio Regeni non si stancano di chiedere verità e giustizia per il figlio e per tutti quelli che hanno subito la stessa, atroce sorte. Oggi hanno partecipato a un’audizione della Sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo a Bruxelles, per chiedere di aumentare la pressione sulle autorità egiziane, al fine di ottenere un’indagine trasparente sulla morte di Giulio.
Le richieste sono numerose e concrete: richiamare gli ambasciatori degli Stati membri, dichiarare l’Egitto Paese “non sicuro”, sospendere accordi di riammissione, sospendere accordi di interforze, sospendere accordi di invio armi o apparecchiature per repressione e spionaggio, sospendere accordi economici e non attivarne di nuovi, offrire protezione e magari anche visti in regime agevolato a chiunque possa dare informazioni alla nostra procura.
L’appello non è solo rivolto all’Unione Europea, ma anche e in particolare al governo Renzi, a cui i Regeni chiedono di essere più esplicito: “Sappiamo che c’è un nuovo ambasciatore, non si capisce quando andrà. Tutti mi chiedono cosa fa il governo, cosa fa l’Unione Europea. Io dico: basta commemorazioni, ora azioni. Abbiamo una documentazione di 266 foto; non vorremmo mostrarle mai” ha dichiarato Paola Regeni.
Chiamato in causa in modo tanto esplicito, Renzi ha risposto promettendo “massima attenzione, massimo sostegno e massimo impegno perché sia fatta luce e chiarezza su questa vicenda.” Resta da vedere se alle dichiarazioni seguiranno i fatti.