Giovedì 26 maggio ore 18,30
Caffè Zanardi, via Magolfa 25, Milano
A dieci giorni dal voto amministrativo nella nostra città discutiamo dell’esperienza di Barcellona, dove Ada Colau, una militante dei movimenti sociali, è stata eletta sindaco della città, con:
Steven Forti, ricercatore presso l’Instituto de Historia Contemporánea dell’Università Nova di Lisbona e coautore insieme a Giacomo Russo Spena del libro “Ada Colau, la città in comune. Da occupante di case a sindaca di Barcellona” (Alegre edizioni, 2016).
Luciano Muhlbauer, candidato al consiglio comunale con la lista “Milano in Comune”.
Presenta: Alex Foti, editor MilanoX
Quella di Ada Colau, classe 1974, occupante di case divenuta sindaca di Barcellona, è la storia di un’alternativa possibile nel governo delle grandi città europee travolte dalla crisi.
Attivista del movimento No Global nei primi anni Duemila, diviene leader riconosciuta nella sua città fondando la Pah (Piattaforma delle vittime dei mutui), movimento sociale apartitico che dal 2011 s’intreccia con gli Indignados e si oppone agli sfratti con picchetti e trattative con le banche.
Il libro racconta come da quell’esperienza di movimento sia stato possibile arrivare al governo della città in un percorso distinto dai partiti, compreso l’alleato Podemos, seppur di “confluenza” con essi. Da qui nasce Barcelona en Comú, realtà che ha saputo capitalizzare al meglio la crisi del sistema politico spagnolo portando al governo le virtù e i limiti dei movimenti sociali. Gli autori raccontano i suoi primi mesi da sindaca, le esperienze virtuose, la rete con le altre “città ribelli” spagnole, i legami con chi ragiona di un Plan B in Europa, ma anche gli errori e la dialettica con gli stessi movimenti da cui proviene.
Se è sbagliato parlare di modello, la città catalana è però uno straordinario esempio che va oltre lo stesso “neomunicipalismo” impostosi nei primi anni Duemila sulla scia di Porto Alegre: in gioco non ci sono semplicemente le procedure formali di consultazione dei cittadini, ma il cosa, come e chi decide. Un tentativo di radicale reinvenzione della democrazia, pur non senza contraddizioni e rischi di normalizzazione.
“Siamo un modello in costruzione, una scommessa per tutta la mia generazione che ancora non avevamo vissuto. Credo che il municipalismo sia la chiave per un cambiamento democratico in profondità dal basso verso l’alto. Con tutta l’umiltà e senza massimalismo abbiamo deciso di democratizzare un sistema e il miglior luogo per cominciare era questo: il luogo della vita quotidiana e della prossimità. Chiaro, i cambiamenti non avvengono in una o due elezioni, ma si producono col tempo; intanto si stanno imponendo nuove forme di fare politica”.
Autori:
Giacomo Russo Spena è nato a Roma nel 1981. Giornalista di Micromega, è stato redattore de Il Manifesto. Ha scritto con Daniele Nalbone “Ripuliti. Postfascisti durante e dopo Berlusconi” (Castelvecchi, 2012) ed è co-autore con Matteo Pucciarelli di “Tsipras chi? Il leader greco che vuole rifare l’Europa” (Alegre, 2014) e di “Podemos, la sinistra spagnola oltre la sinistra” (Alegre, 2014).
Steven Forti è nato a Trento nel 1981, ma da anni vive a Barcellona. Ricercatore presso l’Instituto de Historia Contemporanea dell’Universidade Nova de Lisboa, collabora con riviste e giornali in Italia, Spagna e Grecia (Micromega, Bez, Atlántica XXII, Avgi, Epohi). È autore di “El peso de la nación. Nicola Bombacci, Paul Marion y Óscar Pérez Solís en la Europa de entreguerras” (USC, 2014) e di numerosi saggi apparsi in riviste scientifiche internazionali.