“Il mondo è super-armato e la pace è sotto-finanziata”.

Con queste parole di Ban Ki-moon l’International Peace Bureau (IPB) sta organizzando un Congresso mondiale per il disarmo all’Università tecnica di Berlino dal 30 settembre al 2 ottobre. Il 27 maggio ha avuto luogo la prima conferenza stampa e Pressenza, media partner ufficiale per l’evento, era presente.

Nel 2014 sono stati spesi globalmente 1,8 trilioni di dollari in armamenti, e la tendenza è in crescita. LA NATO ha impegnato i suoi stati membri a fermare i tagli e a incrementare le spese militari al 2% del PIL: per la Germania questo significa 56 miliardi di euro.

Nella lista degli stati con la più alta spesa militare, ora l’Arabia Saudita appare al terzo posto, con un grande aiuto da parte delle aziende produttrici di armi tedesche. Altri paesi ai primi posti della classifica, come la Cina, stanno aumentando la loro produzione per scopi interni. Paesi come l’Etiopia e l’Eritrea, che farebbero meglio a usare il loro budget per combattere la povertà, stanno anch’essi impegnandosi fortemente nella militarizzazione.

Mentre proliferano i conflitti, il numero di profughi si moltiplica e il “solco tra gli Aventi e i Non-aventi” si allarga, come ha detto il norvegese Ingeborg Breines, co-presidente di IPB. L’opinione diffusa degli organizzatori del congresso è che non ci può essere soluzione militare nei conflitti in corso, si potranno risolvere solo attraverso la negoziazione e in un clima di pace e disarmo. Pertanto la militarizzazione è controproducente e porterà solo a maggiori conflitti, anziché risolvere quelli esistenti.

Il Congresso partirà con un forte appoggio internazionale: organizzato da IPB e SIPRI (Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma), organizzazioni cristiane e buddiste (Pax Christi e Church and Peace), organizzazioni internazionali sulla sostenibilità come Friends of the Earth, WILPF (Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà) e – come Reiner Braun, anch’egli co-presidente di IPB, ha enfatizzato come qualcosa di eccezionale – i sindacati internazionali UNI e ITUC. Anche le Nazioni Unite saranno presenti con Michael Møller, direttore generale dell’ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra. Si possono trovare molti altri rinomati relatori qui, nella prima bozza del programma.

Nella prima parte del Congresso sarà analizzata l’attuale situazione mondiale in relazione ai conflitti, al commercio di armi, ai profughi e all’iniqua distribuzione della ricchezza. “Non abbiamo una situazione mondiale sostenibile”, ha sintetizzato Breines. Nella seconda parte saranno studiate soluzioni concrete e alternative, che verranno sintetizzate in un’Agenda di azione. L’obiettivo dichiarato degli organizzatori non è solo quello di raggiungere il pubblico pacifista, ma anche fornire argomenti a decisori politici, industriali e altri settori dell’opinione pubblica per lo sviluppo di proposte pragmatiche. Sono stati invitati come relatori anche distinti scienziati ed economisti.

La questione della conversione industriale sarà importante per spezzare la resistenza al disarmo da parte della potente industria degli armamenti. La transizione dalla produzione di armi a quella di cose utili alla sostenibilità, come energia rinnovabile, mobilità elettrica, ecc., è essenziale per stati come gli USA e la Francia, che fanno fortemente affidamento sull’industria militare.

 

Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella