Care sostenitrici e sostenitori,
grazie di continuare a seguire e a mandare preziosi commenti, vi chiedo però di moltiplicare ancora l’impegno perché si avvicinano tempi difficili. Non si capisce affatto quali misure gli stati europei stiano per adottare rispetto ai nuovi flussi che si annunciano. Dietro parole molto diplomatiche e asettiche si nascondono volontà di ulteriori, illegali respingimenti, nella totale indifferenza per la sorte cui andranno incontro le persone ricacciate indietro.
E dire che, come sottolineano i bravissimi amici di Mediterranean Hope, che hanno già portato in Italia quasi 200 profughi siriani, “Con i sei miliardi di euro che l’UE ha dato alla Turchia si potrebbero portare in Europa tre milioni di rifugiati, tutti identificati, registrati e pronti per essere inseriti nelle nostre società”.
Noi della Rete femminista “No muri, no recinti” abbiamo già dichiarato il nostro appoggio a iniziative come Mediterranean Hope, chiedendo a gran voce che l’Europa segua questa strada, ma l’Europa non risponde. A questo punto allora occorre avere più forza e superare anche noi i nostri recinti per collegarci con le altre realtà mosse dagli stessi intenti e sugli stessi obiettivi. Abbiamo quindi deciso di scrivere loro una lettera per promuovere la possibilità di un incontro:
“La situazione è di fatto drammatica. Rinascono nazionalismi e razzismi, chiusure, respingimenti collettivi e patti scellerati con paesi dove non si rispettano i diritti umani. Per fortuna, di fronte alla disperazione di tanti esseri umani costretti a rischiare la vita per salvarsi dalla guerra, dalla fame e dai disastri climatici, sono tante le persone comuni che si attivano per soccorrere, accogliere, proteggere. Sono tanti i gruppi e le associazioni che di fronte a queste tragedie protestano, denunciano, propongono iniziative, cercando in ogni modo di sensibilizzare l’opinione pubblica e influire sulle decisioni dei governi e delle istituzioni europee.
Purtroppo gli uni e le altre sembrano ciechi e sordi, arroccati in una difesa regressiva delle frontiere di fronte a un esodo inarrestabile che cambierà forse per sempre gli equilibri planetari.
Le nostre voci non le ascoltano, ma sono troppo flebili, così divise e frammentate. In realtà, pur nelle nostre differenze, abbiamo in massima parte alcuni grandi obiettivi comuni: viaggi legali dai luoghi di provenienza per sottrarre i migranti agli scafisti e alla morte in mare, visti d’ingresso, accoglienza dignitosa, integrazione. E soprattutto: niente respingimenti collettivi, vietati da tutte le regole internazionali.
Ci chiediamo allora: perché non dovremmo unirci su questi obiettivi, riuscendo a darci maggior forza per ottenere almeno l’apertura di un dialogo? Ecco perché vi scriviamo questa lettera, chiedendovi se siete d’accordo su questo punto e in tal caso proponendo di incontrarci per capire se possiamo fare qualche passo insieme.
Non si tratta infatti di coltivare il proprio orticello, la propria petizione o il proprio appello, ma di raggiungere insieme qualche risultato concreto e operativo per tentare di fermare quanto possibile stragi e deportazioni.
Sarebbe importante incontrarsi al più presto, perché con la bella stagione ricomincerà il flusso più consistente di arrivi.”
Ci piacerebbe che chi sostiene la nostra petizione ci aiutasse a diffondere questa lettera tra i gruppi con cui è in contatto, o che conosce. Più saranno le voci, più potremo sperare di farci sentire. Grazie ancora.
Floriana Lipparini