Yahia Galash, presidente del sindacato dei giornalisti egiziani, è stato arrestato la mattina del 30 maggio al Cairo, insieme a due membri del direttivo, Khaled Elbalshy e Gamal Abd el-Reheem.
Gli arresti sono stati convalidati dopo 13 ore d’interrogatorio, al termine del quale sono scattate le imputazioni: aver nascosto persone ricercate e aver diffuso notizie false su queste ultimi.
I fatti risalgono al 1° maggio. Quel giorno, per la prima volta dal 1941, anno di fondazione, 40 uomini avevano fatto irruzione, armi in pugno, nella sede centrale del sindacato, picchiando chiunque capitasse a tiro e arrestando Amro Badr e Mahmoud al-Saqqa.
Questi due giornalisti – i “ricercati” che il sindacato avrebbe “nascosto” – sono tuttora detenuti nel carcere di Tora con l’accusa di aver dato vita a un gruppo illegale con l’intento di rovesciare il governo, istigazione alle proteste, pubblicazione di notizie false e militanza nel “Movimento 6 aprile”, uno dei protagonisti della rivoluzione del 25 gennaio 2011.
Il 4 maggio, migliaia di giornalisti si erano radunati sotto la sede del sindacato, chiedendo le dimissioni del ministro dell’Interno Magdy Abel Ghaffar, il rilascio dei giornalisti arrestati e l’adozione di misure di protezione nei confronti di chi fa informazione in Egitto.
Galash, Elbalshy e Abd el-Reheem hanno rifiutato di pagare la cauzione proposta per il rilascio (oltre 1000 dollari) e rimangono in carcere.