Obama oggi vola ad Hannover per inaugurare il salone dell’industria (cioè: del commercio) dove quest’anno gli USA sono Ospite Ufficiale e le aziende americane fanno più che mai la parte del leone.
Se non fosse tragico, suonerebbe comico il contrasto fra le parole e i fatti, per svelare alcune dinamiche fondamentali nelle relazioni transatlantiche. Ecco alcuni esempi.
COMMERCIO
LE PAROLE. Obama e Merkel intendono dare nuovo impulso ai negoziati sul TTIP, il più vasto accordo commerciale al mondo con 900 milioni di consumatori ‘che contano’. I due ritengono che il TTIP sia “una delle strade migliori per promuovere la crescita, creare occupazione e migliorare gli standard di vita” (fonte: Euronews).
I FATTI. Circa 60.000 manifestanti anti-TTIP attendono Obama ad Hannover.
Hillary Clinton, la candidata favorita nella successione a Obama, è spudoratamente a favore del TTIP, ma è fortemente osteggiata dalla sinistra del suo stesso partito (Sanders) e perfino dal candidato repubblicano Trump.
Su entrambe le sponde dell’Atlantico le popolazioni sono fortemente contrarie a questo accordo che permetterebbe alle multinazionali di anteporre i propri profitti ad ogni legge che difenda la salute delle persone e dell’ambiente. Il TTIP è negoziato in stretto segreto, ma i pochi documenti trapelati dicono che le multinazionali potranno citare a giudizio i governi in tribunali speciali (privati); che non si potrà porre nessuna restrizione in base al principio di precauzione (vedi OGM, additivi chimici, etc.); e altre clausole che rendono ‘intoccabili’ le multinazionali, anche quando nascondono i loro profitti nei paradisi fiscali.
Le ‘fughe di segreti’ dal più grosso paradiso fiscale finora violato non colpiscono nessuna delle 60 famiglie che possiedono più della metà più povera della popolazione mondiale (3,5 miliardi di persone, sette volte la popolazione europea), ma qualcuno che dà fastidio a quelle stesse famiglie.
PACE
LE PAROLE. Ieri a Londra, a uno scelto uditorio di giovani, Obama ha detto: “Dalle ceneri della seconda guerra mondiale la Gran Bretagna e gli USA hanno dato vita a istituzioni che hanno garantito decenni di pace relativa e di prosperità in Europa e che hanno contribuito a diffondere pace e prosperità in tutto il mondo” (fonte: BBC).
Sempre Obama, due anni fa: “La decisione di distruggere la Libia nel 2011 è stato il più grave errore della mia politica estera” (fonte: Fox News).
Oggi Obama dice che bisogna concordare “la seconda fase della guerra contro l’ISIS e il crescente caos in Libia” (fonte: BBC).
I FATTI. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica gli USA hanno trasformato la NATO da alleanza difensiva ad aggressiva, fomentando e sostenendo una serie di guerre (Afghanistan, Iraq I e II, Kosovo, Libia, Siria, Yemen…) e di ‘false rivoluzioni’ (Ucraina, Egitto, Libia…); addestrando, armando e sostenendo gruppi terroristici ovunque (dalle brigate neofasciste ucraine all’ISIS).
Appena eletto, Obama ricevette il premio Nobel per la Pace ‘sulla fiducia’.
Obama oggi incontra Merkel, Hollande e Renzi per mettere a punto la seconda guerra di aggressione alla Libia, targata NATO. L’ONU e l’UA (le Nazioni Unite Africane) non cedono alle forti pressioni per approvare questa seconda aggressione.
La prima aggressione alla Libia, nelle mail di Hillary Clinton che allora era segretario di Stato, fu fortemente voluta da Sarkozy e sostenuta dai medesimi compari di oggi, perché Gheddafi stava liberando l’Africa dal giogo europeo in vari modi:
– sviluppando un ‘mercato unico africano’ e una moneta basata sull’oro invece che sul franco CEFA;
– vendendo il suo petrolio in Lire oro invece che dollari USA;
– tenendo fuori le aziende occidentali dallo sfruttamento dell’Oceano Acquifero Sotterraneo della Nubia.
(fonte: Counterpunch).
EUROPA UNITA.
LE PAROLE (e le minacce). Venerdì scorso Obama ha dichiarato: “Il messaggio del mio viaggio è che gli Stati uniti e il mondo intero hanno bisogno di una Europa forte, benestante e unita … Il Brexit (uscita della GB dalla UE, su cui decide il referendum del prossimo 23 giugno -NDT) non solo minerebbe le istituzioni internazionali, compresa l’UE, ma sposterebbe la GB in fondo alla coda per negoziare nuovi accordi commerciali” (fonte: Bild).
Hillary Clinton mette in chiaro che, se entrerà lei alla Casa Bianca, vorrà che la Gran Bretagna sia “pienamente impegnata, e che conduca il dibattito, dentro l’Unione Europea … La coopperazione transatlantica è essenziale ed è più forte quando l’Europa è Unita” (fonte: Observer).
I FATTI. Quasi tutti gli Stati che gli USA continuano a destabilizzare sono ai confini dell’Europa. Le masse di profughi che ‘assaltano la fortezza Europa’ fuggono dalle bombe USA (sadiche ma intelligenti) ed Europee (masochistiche e stupidamente servili verso gli USA).
L’euro ha gravi debolezze strutturali, ma ha anche subito pesanti sabotaggi da parte del dollaro USA. I media americani ormai ammettono che Saddam Hussein fu eliminato perché aveva incominciato a vendere il suo petrolio in euro anziché dollari.
Numerosi analisti sostengono che la strategia USA è sì quella di destabilizzare ovunque per dominare (il classico divide et impera), ma soprattutto per sabotare il suo più temibile concorrente: l’Unione Europea che, oltre ad avere già da sola una popolazione e un PIL superiori a quello USA, ha come partner commerciali naturali l’Africa, la Russia e l’intera Asia. In termini di geopolitica, se il processo di integrazione europea e il suo avvicinamento ai BRICS avesse proceduto indisturbato, già oggi il Nordamerica sarebbe un’isola nel globo, con l’America Latina decisa a non cedere quel poco di indipendenza politica ed economica che gli USA stanno tornando a minacciare, non più coi golpe militari stile anni ’70, ma con i più sofisticati ‘golpe mediatici’ modello Brasile.
E DOMANI?
La società civile degli USA e della UE accusa sempre più una lacerazione profonda, trasversale ad ogni schieramento e interesse, che dalle singole coscienze e dall’inconscio collettivo risale alla superficie e, con bocche di bambini sempre più numerosi e consapevoli grida: ‘il re è nudo!’.