1- Perché l’estrazione del petrolio inquina e distrugge l’ambiente. La natura è un bene comune e non deve essere usata e sfruttata per gli interessi di una minoranza, con discutibili ricadute sulla collettività.
2- Perché dietro il petrolio ci sono inevitabilmente i grandi gruppi, le multinazionali: i “poteri forti”
3- Perché il petrolio è una fonte che inevitabilmente si esaurirà, così spostiamo nel tempo un problema che è da affrontare subito.
4- Perché distruggendo la costa italiana si precludono i diritti; votare SI significa difendere il diritto alla salute di tutti. Significa anteporre il benessere della collettività rispetto al desiderio di pochi di guadagnare.
5- Perché se scegliamo il petrolio spostiamo gli investimenti dalle fonti rinnovabili alle fonti fossili; solo una classe politica fossile sceglierebbe di investire sui fossili che sono il passato e non il futuro!
6- Perché sostenere: “se non trivelliamo in Italia, allora dobbiamo andare ad inquinare da un’altra parte del pianeta” è una scusa poco credibile. Del resto, possiamo decidere come cittadini che fare nel nostro paese, non cosa faranno nel resto del mondo. Una volta imboccata la strada delle rinnovabili non si inquina più punto e basta!
7- Perché sono stati spesi 300 milioni di euro pur di non volere accorpare referendum alle amministrative; diamo un segnale politico partecipando al referendum. Infatti, come cittadini ci interessa come vengono usati i nostri soldi.
8- Perché dobbiamo anche dare un segnale forte che i cittadini hanno voglia di partecipare alla vita politica e non il contrario. Ancora una volta, si usa l’arma scorretta della disinformazione che impedisce ai cittadini di prendere decisioni coscienti.
9- Perché, peggio ancora, nuovamente si è deciso di usare l’arma impropria dell’astensionismo, per tentare di far fallire il referendum, che ancora oggi è valido solo al raggiungimento del quorum del 50% +1 (regola che secondo noi va cambiata togliendo il quorum)
10- Perché i posti di lavoro che si creerebbero dall’attività estrattiva sono pochi. Un miliardo investito in estrazioni petrolifere porta a 500 posti di lavoro. Lo stesso miliardo investito in fonte rinnovabili porterebbe a 9000 posti di lavoro. Un bella differenza di ricaduta occupazionale per la collettività.
11- Perché al di là del contenuto del testo referendario, siamo chiamati ad avallare o bocciare la scelta del governo di investire in fonti non rinnovabili. Se vincerà l’astensionismo, il governo si farà forte del risultato per intensificare le politiche energetiche basate su combustibili fossili, con danni probabilmente irreversibili sull’ambiente, sulla nostra salute e sull’economia italiana.
Votiamo SI al referendum del 17 aprile 2016!
Partito Umanista