Nei giorni precedenti al 25 aprile, proprio quando Roma si prepara ad accogliere i cortei per l’anniversario della Liberazione nel centro storico, e le periferie organizzano piccoli e grandi eventi in memoria dei partigiani, arriva la notizia.
Il parco pubblico di via Aspertini a Tor Bella Monaca, una bellissima oasi di verde dove crescono alberi da frutto ed è presente un piccolo boschetto di querce; il parco dove giocano tranquilli i bambini e non girano spacciatori o tossicodipendenti; il parco che il nostro Centro Antiviolenza aveva chiesto di intestare alla memoria di Marie Anne Erize e dei 30 mila desaparecidos argentini, ora presenta una recinzione che lo divide in due. Sembra che, a detta di Maurizio Mattei,titolare della Commissione lavoro del Municipio VI Le Torri, “…si tratta di un piano di zona 22 e vi dovrebbe essere costruita una piastra commerciale a piano zero”.
Dopo lo sgomento iniziale, iniziamo subito l’opposizione a suon di documenti e iniziamo una battaglia che si preannuncia lunga e difficile.
La storia è questa. Lo scorso anno, dopo l’apertura del Centro antiviolenza e della Biblioteca dedicati a Marie Anne, mi reco dal presidente del Municipio, dottor Marco Scipioni, per chiedere l’intestazione di un luogo alla memoria della Erize e degli scomparsi durante la dittatura civico-militare. Scipioni si dichiara d’accordo, e mi invita a protocollare una richiesta formale al dipartimento Urbanistica e Ambiente. Cosa che faccio prontamente, con una domanda presentata e timbrata in data 17 aprile 2015.
Vengo quindi convocata dalla Commissione apposita il 30 aprile, e mi viene data approvazione verbale sia dal direttore del Municipio, dottor Taccioli, che dal presidente della Commissione, dott…..
Mi viene richiesto inoltre di produrre la documentazione su Marie Anne e sul fenomeno delle desaparicion, in quanto questi signori non sapevano neanche di cosa stessimo parlando. Protocollo tutto il 27 maggio, assieme alle tantissime firme giunte dall’Argentina e dall’Italia, attendendo i tempi tecnici che, mi dicono, sono un po’ lunghi. Nel frattempo, sia noi che l’ambasciata argentina, inviamo una lettera all’allora sindaco Marino, per informarlo e avere anche il suo benestare.
Poi, voilà, ecco spuntare la recinzione.
Alle mie proteste il Municipio non risponde, forse pensando che di fronte a tanta indifferenza mi sarei fermata. Invece il territorio fa quadrato con me e mi sostiene, chiedendo spiegazioni. Ma niente da fare, per noi esiste solo il silenzio.
Nell’imminenza della presentazione delle liste per l’elezione del sindaco di Roma, nessuno vuole prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Chi ambisce a governare il territorio non conosce la Storia del Paese nel quale vivono più italiani in assoluto. Chi presenzia con grande spiegamento mediatico alle cerimonie del 25 aprile nella zona di Tor Bella Monaca, dimostra assoluto sprezzo del sacrificio di una generazione, immolata per la lotta all’uguaglianza sociale e la libertà. Chi si mette la fascia coi colori di Roma e fa bella mostra di sé nelle inaugurazioni locali, forse la indossa male, ponendosela sicuramente sugli occhi, per non vedere il furto perpetrato ai cittadini, privati di un luogo di riposo e di ricordo.
Forse a Roma i voti vengono pagati così, ricoprendo col cemento i cadaveri dei caduti per i grandi ideali.
Ma noi non ci arrendiamo. Forse ci illudiamo che sia possibile un mondo migliore, dove non solo il 25 aprile vengano ricordati i caduti di tutte le Resistenze, e dove esistano luoghi dove si conservi la memoria, dove un bambino leggendo la targa di un parco, possa chiedere alla mamma chi era Marie Anne e perché sia morta.
Per questo andiamo avanti, sempre.
Stefania Catallo, Presidente del Centro Antiviolenza e Biblioteca “Marie Anne Erize”