Non credo che abbiano vinto gli ingegneri e gli operai, come dice il presidente del consiglio Renzi. Questa è la sua ennesima facile furberia demagogica. Sono più di quarant’anni che è stato dimostrato in lungo e in largo in tutti i continenti che opporre l’occupazione all’ecologia è sbagliato, una pura mistificazione cinica. La realtà dimostra che la riconversione ecologica dell’attuale sistema economico predatore, se condotta nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile, cambia in meglio l’occupazione, le competenze, i saperi, i mestieri, non solo sul piano qualitativo ma anche quantitativo e nell’interesse generale. Se mai qualcuno ha vinto (momentaneamente) il referendum sulle trivelle, questa è una classe politica convinta di assicurare un futuro al proprio potere perché si è messa al soldo degli interessi dei detentori dei capitali finanziari mondiali, e ciò in nome della Grande Trinità: Capilale, Impresa, Mercato.
E’ evidente, invece, che hanno perso le istituzioni della «res publica» italiana come concepita dalla Costituzione del nostro paese.
Ha perso l’istituzione Governo sul piano della legittimità costituzionale. Non v’è nulla di anormale nel fatto che il governo esprima pubblicamente una visione contraria a quella dei promotori del referendum. Pienamente legittimo. Ma il Governo non può invitare i cittadini a non andare a votare, in aperta infrazione della Costituzione che connota il voto come diritto-dovere. Il Governo non deve farlo, anche se aiutato da un ex-presidente della Repubblica che ha dimostrato negli ultimi anni della sua presidenza di non essere un pieno garante della Costituzione. Gli argomenti invocati anche lunedì 18 aprile dal capo del PD (Partito Dominante) sono inutili tentativi di arrampicarsi sugli specchi.
Hanno perso le istituzioni Regioni. Il mancato raggiungimento del quorum dà forza ai processi in corso da anni da parte dei poteri dominanti di svilire i poteri di autonomia e responsabilità democratica delle Regioni, sanciti e promossi dalla Costituzione. Come è noto, la nostra Costituzione ha concepito l’Italia come uno Stato regionale, a mezzo tra lo Stato centralizzato unitario e lo Stato federale. I risultati del referendum portano acqua al mulino dei centralizzatori e dei rottamatori delle istituzioni pubbliche rappresentative locali (regionali e comunali) in nome e a vantaggio di presunte ‘razionalizzazione’ (leggasi: razionamento) ed ‘efficienza’ (anche a spese dell’efficacia) dei processi decisionali, accentrandoli nelle mani di gruppi oligarchici contrabbandati come PPP (Partenariati Pubblici Privati). Inoltre, i PPP sono sfruttati per opporre le popolazioni fra loro, quelle del Nord contro quelle del Sud Europa. Bella vittoria italiana, governo Renzi!
Infine, il governo insiste nel suo tentativo di far perdere l’istituzione referendum e in linea con lo spirito e le pratiche del regime berlusconiano, insiste a infettare l’immaginario popolare con l‘idea che il ricorso ai vari strumenti e momenti di partecipazione diretta dei cittadini sia inutile, un lusso costoso. Per quanto mistificatore e demagogico, l’argomento «la democrazia costa, riduciamone i costi lasciando le decisioni a quelli che sanno e che hanno ricevuto i numeri da parte degli elettori: ci riconteremo alle prossime elezioni politiche» ha una qualche presa sull’opinione pubblica.
Più le istituzioni repubblicane sono svilite, più si espande e si consolida il potere di oligarchie sempre più arroganti, dogmatiche e violente (al di là delle apparenze democratiche ritualistiche). Questo è lo stato dominante dell’attuale fase storica politica, italiana ed europea. La riconquista dello Stato dei diritti e della democrazia resta al primo posto nell‘agenda politica. Da qui l’importanza critica dei prossimi appuntamenti referendari.
NB: Quanto sopra non sminuisce il fatto che più di 13 milioni d’italiani hanno votato SI, un eccezionale risultato politico. Abbiamo compassione per il governo Renzi che si illude di aver vinto. Che cosa ha vinto?. Quanti italiani hanno votato NO rispetto ai 13 e più milioni che hanno votato SI? E’ vero che il referendum non è valido per non aver raggiunto il quorum. Ma quella del governo Renzi è una vittoria di Pirro.