Giovedì 24 marzo il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (Unhrc), con sede a Ginevra, ha approvato quattro risoluzioni molto attese sull’autodeterminazione, la situazione dei diritti umani, gli insediamenti e l’obbligo di rispondere delle proprie azioni, riaffermando i diritti inalienabili del popolo palestinese.
La decisione è stata salutata con molto favore dall’Ambasciatore della Palestina presso il Consiglio, Ibrahim Khreisheh, che ha ribadito l’“obbligo” della comunità internazionale di rendere effettivi i diritti umani e il diritto umanitario. Tra gli strumenti volti a questo scopo, l’Ambasciatore della Palestina ha particolarmente apprezzato la banca dati contenente i nomi delle aziende “che contribuiscono all’occupazione di Israele e alla colonizzazione dello Stato di Palestina”. In questo modo, chiunque (investitori e consumatori) voglia evitare di avere a che fare con aziende implicate nell’occupazione può verificare se siano nell’elenco gettando un occhio alla lista.
La risoluzione è stata approvata dal Consiglio con 32 “sì”, nessun voto contrario, e l’astensione di 15 Paesi, in gran parte europei, tra cui il Belgio, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna che pur era stata tra i pochi a criticare il piano assieme agli Stati Uniti. Khreisheh ha rivolto ai Paesi favorevoli un sentito ringraziamento per un voto che rappresenta “un messaggio di speranza per il nostro popolo” e ha chiesto a tutti di considerare l’impatto che può avere la mancanza di rispetto per il diritto internazionale.
Diversa, ovviamente, la reazione di Israele. Si tratta di una “blacklist”, ha immediatamente commentato l’ambasciatore israeliano presso il Palazzo di vetro, Danny Danon, convinto che il Consiglio dei diritti umani sia “ossessionato” da Israele. “Invitiamo tutti i governi responsabili a non onorare le decisioni del Consiglio delle Nazioni Unite che discriminano Israele“, è stato invece l’appello lanciato dal Premier Netanyahu che non ha esitato a definire l’Unhrc “un circo anti-Israele”, e ora spera di trovare interlocutori solidali.
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