Il prossimo giovedì 14 aprile, presso il centro culturale Lavapiés (Madrid) avrà luogo la proiezione del documentario “Tupac Amaru, qualcosa sta cambiando”, seguíto da uno scambio di opinioni inerenti la situazione di Milagro Sala, la prima prigioniera politica incarcerata dal governo di Macri, e lo sviluppo dell’organizzazione messa in moto 12 anni fa, la Tupac Amaru.
Questo cineforum è organizzato dalla piattaforma Me Declaro en Paz e il festival del cinema FICNOVA.
Del perché Milagro Sala sia stata imprigionata, creando oltretutto contro di lei una campagna assolutamente diffamatoria e su come la Tupac Amaru si stia trasformando nel tempo in un’organizzazione nonviolenta, si parlerà nel dibattito successivo alla visione del documentario.
La Tupac Amaru si è sviluppata in 18 province argentine e ha costruito decine di migliaia di abitazioni, centri di cura, circoli ricreativi per i residenti, cooperative di lavoro ecc. E questo certamente con l’appoggio finanziario dei fondi pubblici, ma anche con le mani dei propri residenti, che hanno costruito le proprie case e creato mezzi di sussistenza. E hanno iniziato a farlo mentre erano abbandonati alla miseria, con lo Stato che volgeva lo sguardo altrove.
Sembrerebbe che siano queste le vere ragioni che davano fastidio al governatore di Jujuy, Gerardo Morales e al suo capo, Eduardo Macri: colonizzatori che si organizzano per nobilitare le proprie condizioni di vita.
Nonostante la pressione di organismi internazionali quali Amnesty International, politici di diversi paesi ecc., il governo argentino non è disposto a liberare Milagro Sala.
Traduzione dallo spagnolo di Cristina Quattrone