Consiglio Comunale di Milano del 4 aprile 2016
Signor Presidente,
voglio dedicare i cinque minuti che mi sono concessi per portare in quest’aula due episodi che hanno visto come protagoniste due donne.
Mi riferisco all’estromissione di Linda Laura Sabbadini dalla Direzione del Dipartimento per le Statistiche Sociali ed Ambientali.
Sabbadini è una delle più prestigiose studiose e innovatrici degli studi statistici, attraverso i quali ha aperto nuove strade per indagare le povertà, le sperequazioni di genere e il degrado ambientale, contribuendo alla nascita dell’Indicatore di Benessere Sociale.
E’ conosciuta e consultata a livello internazionale per le sue competenze nel far emergere i dati su violenza di genere, occupazione femminile, squilibri tra sfera domestica lavorativa e sociale oltre all’integrazione delle donne immigrate.
Questa estromissione si inquadra in una situazione in cui, oltre allo smantellamento dei consultori, è stato cancellato il Ministero delle Pari Opportunità e la violenza di genere non accenna a diminuire. Anzi, un noto avvocato può permettersi di additare in tv, alla violenza maschile, una donna politica che si esprime a favore dell’accoglienza di profughi e migranti bloccati ai confini dell’Europa.
Voglio qui ribadire che le donne non permetteranno di venire tacitate, né di diventare il capro espiatorio di una politica sempre più asservita ai potentati economici, che sta perdendo i valori fondanti della umana convivenza.
Valori ribaditi pochi giorni fa dalla madre di Giulio Regeni, che ha avuto la forza di trasformare il proprio indicibile dolore in parole di civiltà e denuncia dei balbettii della politica e in una richiesta esplicita di “un gesto forte da parte del governo italiano nei confronti di quello egiziano”.
In proposito ho proposto alla firma dei gruppi consiliari un ordine del giorno in cui il Consiglio Comunale, facendo proprie le richieste del Presidente della Commissione parlamentare per i diritti umani, chiede che l’Italia richiami l’ambasciatore al Cairo e invita il Sindaco a presentare tale richiesta al capo del governo.
Non posso non sottolineare che, ancora una volta (quasi a replicare il gesto di Antigone) e con la stessa forza e dignità di Patrizia Aldrovandi e Ilaria Cucchi, Paola Regeni ha messo in evidenza la distanza tra gli opportunismi della politica e i valori del rispetto dei principi di verità e di umanità che dovrebbero stare alla base della nostra convivenza.
Mi sembra importante e grave allo stesso tempo che ancora una volta sia una donna, anzi una madre, a richiamare la politica ai suoi doveri e la società civile a non accettare passivamente ogni forma di violenza e di sopruso. Come le Madres della Plaza de Majo –come le donne in nero a Gerusalemme.
E’ evidente la potenza e la forza delle madri, ma se, come scrive Eschilo “terribile è il potere delle madri”, non pensiamo, care colleghe e cari colleghi, che sia giunto il tempo di superare questo dualismo che vede nei momenti di catastrofe emergere la forza delle madri, mentre nella vita sociale e pubblica si tenta di incanalare questa forza verso i bisogni privati, soprattutto in un tempo in cui i servizi sociali vengono messi in discussione?