Per il cantautore paraibano lo scontro che sta accadendo nelle Piazza e nelle strade è tra coloro che difendono ¨privilegi storici¨e quelli che difendono ¨privilegi conquistati recentemente¨.
Di Guilherme Weimann
Lontano dai palchi ma non dalla politica, il cantautore Chico César, è tornato a riscuotere grande successo dopo aver lanciato l´anno scorso, il disco ¨Estado de Poesia¨. Con vari pezzi inediti. Il cantautore ha ripreso la sua attività artistica dopo un periodo di quattro anni passati ad occuparsi di politica come Assessore alla Cultura per lo Stato della Paraiba.
In ogni caso, si inganna chi aveva pensato che il paraibano, si sarebbe limitato ad occuparsi solo della carriera musicale. È dall´inizio dell´anno, con il crescere del dibattito sul governo Dilma Rouseff e su di un possibile inpeachment della Presidente che Chico César ha intensificato il suo barcamenarsi tra arte e politica.
Il 13 di marzo, il musicista si è presentato sul palco della manifestazione organizzata dal FPB ( Fronte Popolare Brasiliano) che ha radunato circa 500 mila persone nella centrale Avenida Paulista a São Paulo.
¨Ritengo molto bella questa nostra voglia di portare nella politica, poesia e dialettica. Il fatto di non essere ortodossi e con una certa impreparazione le trovo cose positive, perché disturbano, perché prive di certezze assolute ¨ Così ha definito Chico César la partecipazione di tanti artisti alle manifestazioni contro l´impeachment.
Ecco l´intervista:
Nelle ultime settimane, si sono intendificate le manifestazioni pro e contro l´impeachment. Come lei giudica l’attuale momento politico?
Penso che sia una radicalizzazione propria della democrazia. E` nelle piazze che le persone dimostrano da che parte stanno, quello che pensano, se pensano o se non pensano. Non si tratta di passioni, ma di uno scontro tra classi che sta esplodendo, anche se per il momento in modo leggero. Alcuni gruppi difendono privilegi storici, altri difendono privilegi da poco conquistati, ancora sulla base del mi hanno detto o del non mi hanno detto, tra uno spintone qua ed un altro spintone la, ma già con segnali di strumentalizzazione da parte di pezzi di potere pubblico, come nel caso di alcuni Ministeri Statali (il Brasile è diviso in Stati), e di corpi di polizia sia militari che federale. Da questo punto di vista, lo Stato di Diritto è stato violato con invasioni nei Sindacati e manganellate a manifestanti vestiti di rosso e scattando selfies con quelli vestiti di giallo e verde (colori della bandiera usati dai pro impeachment).
Come lei stesso ha dichiarato, il dibattito è passato dal piano verbale ad aggressioni fisiche. Come si spiega questa aggressività generale? Come bisogna comportarsi di fronte a questo?
Credo che intelligenza, pensiero critico e l´informazione sono le grandi armi dei nostri tempi. Bisogna informare quella grande fetta di popolazione che viene quotidianamente bombardata dai grandi media, che sono uno dei principali fattori della attuale instabilità, oggi come ieri. Non dobbiamo accettare provocazioni o farci intimidire e non usare questo o quel colore ad esempio. Sempre che qualcuno cominci a parlare del attuale momento politico, prendere posizione e sottolineare che gran parte dei politici che appoggiano l´impeachment sono a loro volta coinvolti in episodi provati di corruzione. Bisogna fargli capire che quelli che vogliono la cacciata della Presidente Dilma lo fanno per interessi propri e per insabbiare le investigazioni che riguardano i loro nomi e i loro partiti.
Lei è laureato in giornalismo ed ha lavorato nella stampa alternativa. Come giudica il comportamento dei mezzi di informazione e particolarmente della Rete Globo, oggi?
Non mi va di parlare solo di un determinato gruppo. La rete si è dimostrata una potente alternativa a questi gruppi chiaramente compromessi con il movimento golpista. Possiamo usare questo termine alla luce del fatto che non pretendono rispettare le regole costituzionali dal momento che pretendono la destituzione della Presidente Dilma senza nessuna prova concreta. Chiaro che nelle varie reti sociali c’è chi si limita a riportare quello che ascolta dalla grande informazione. Ma sono convinto che è in rete e nelle strade che si combatte la grande battaglia tra cuore e mente. La Società organizzata si dimostra forte quando scende in piazza con le sue associazioni, sindacati e espressioni di classe insieme a coloro che criticano l´attuale governo ma non accettano un involuzione politica. Ed è questo che bisogna appoggiare e incentivare. E si ha bisogno che contemporaneamente il governo insieme alla sua base si preoccupi di cambiare le leggi che regolano la pluralità dell´informazione. Oggi con le attuali regole si combatte una guerra diseguale.
Si stanno diffondendo vari appelli in difesa della democrazia. Che ruolo può svolgere la classe artistica per uscire da questa crisi?
Bisogna riconoscere che ci sono anche molti artisti che sono a favore di questo ritorno indietro… E questo non mi stupisce. Intrattenimento e alienazione vanno a braccetto in questo paese. E´uno scontro di punti di vista. Ma possiamo vedere che grandi parte della classe artistica si manifesta senza paura e, cosa positiva, lo fa con creatività, portando le proprie capacità e peculiarità espressive, usando anche elementi ludici, umani, soggettivi al dibattito. Questo rende più creativo l´ambiente di discussione e allo stesso tempo più lieve. Tutti noi ci sentiamo partecipi nel praticare una libertà reale, creando e partecipando. Trovo bellissimo questo nostro modo di portare poesia e dialettica, senza essere ortodossi e anche per una certa dose di impreparazione che considero positiva, perché mette in discussione senza ritenere di possedere certezze assolute. Artisti che invitano a porsi domande, questo lo trovo meraviglioso.
Edizione: Simone Freire
Fonte: Brasil de Fato
Traduzione dal portoghese di Guido Finizia