Nessun pericolo per la salute delle persone. E’ questo il parere dei tecnici incaricati dal Consiglio di giustizia amministrativa (CGA) che dal 9 all’11 marzo hanno effettuato dei test per rilevare il livello dell’emissioni elettromagnetiche della base militare Us di Niscemi.
Secondo i verificatori “le misurazioni hanno evidenziato che i campi elettromagnetici irradiati dalle antenne paraboliche dell’impianto Muos raggiungono le decine di mV/m solo in un’area limitata a circa 200- 300 metri verso sud dalla piattaforma dell’impianto. Al di fuori di questa area, i valori di campo sono tipicamente inferiori al centesimo di volt per metro».
La perizia dunque escluderebbe rischi per la salute ma in gioco è l’attendibilità dei rilevamenti realizzati. Infatti i Comitati No Muos non ci stanno e evidenziano il fatto che il lavoro dei tecnici non abbia alcun rigore scientifico non potendosi dimostrare che tutte le antenne fossero operative e funzionanti durante le tre giornate di test. Per di più, secondo i No Muos, le prove sarebbero state eseguite con potenze irrisorie e non quelle massime così come vorrebbe il protocollo.
La parola passa adesso ai giudici amministrativi chiamati a prounciarsi sul ricorso del Ministero della Difesa a seguito della sentenza del Tar che aveva giudicato legittima la revoca delle autorizzazioni del Muos della Regione Sicilia.
La vicenda Muos si rituffa dunque ancora una volta nell’andirivieni di pareri favorevoli e non e in questa sorta di braccio di ferro in merito alle implicazioni dell’impianto sulla salute dei cittadini.
Resta però una sicurezza, quella legata al fatto che le 46 antenne e successivamente il mega impianto Muos sono stati costruiti in un Sito d’Interesse Comunitario (SIC), la Riserva naturale della Sughereta di Niscemi, in un’area di assoluta inedificabilità, ciò che certifica di fatto la presenza di un reato ambientale.