di Gianni Girotto, senatore del Movimento 5 Stelle
Vi racconto la riforma del mercato elettrico
Non bastava la riforma della bolletta elettrica, appena entrata in vigore (1° gennaio), con la quale chi consuma di meno pagherà di più; punendo quindi chi ha deciso di risparmiare energia con interventi di efficienza energetica (ad es. sostituendo gli infissi della propria casa, comprando lampadine a risparmio energetico o costosi nuovi elettrodomestici a consumi ridotti). Adesso il Governo sferra l’attacco definitivo contro 20 milioni di utenti e 4 milioni di piccole e medie imprese, cancellando il mercato tutelato e facendo schizzare il costo della bolletta. Ma dietro quei numeri ci siamo noi, ci sono milioni di famiglie e piccole e medie imprese che faticosamente provano a far quadrare i conti tutti i mesi.
E invece di tutelare quelle famiglie e imprese il Governo sceglie di giocare alla roulette russa con loro. Sul tavolo mette la pistola della riforma del mercato elettrico, caricata con un solo proiettile: quello della cancellazione del servizio di maggior tutela a partire dal 1 gennaio 2018, servizio che ha permesso a milioni di italiani negli ultimi anni un risparmio medio del 15-20% rispetto al mercato “libero”.
Risultato, i cittadini avranno di fronte a loro due strade:
primo, “scegliere” un fornitore sul mercato libero con prezzi già ora più alti di un 15-20%. Secondo, potrebbero dimenticarsi di scegliere un nuovo fornitore, trovandosi così inconsapevolmente a trasmigrare verso un servizio chiamato “di salvaguardia”. Una parola tanto rassicurante quanto ingannevole. Perché secondo gli emendamenti per ora proposti della maggioranza questo “servizio di salvaguardia” risulterà più costoso del libero mercato.
Questo meccanismo scatenerà una spirale al rialzo dei prezzi: perché il maggior prezzo fissato dal “servizio di salvaguardia” diventerà punto di riferimento anche per gli operatori di libero mercato, che in questo modo si sentiranno autorizzati ad alzare la cifra.
Ma c’è di più. La riforma proposta dalla maggioranza implica l’abbandono di una serie di diritti per i consumatori, per esempio la possibilità per il fornitore di “staccare la luce” a chi non ce la fa a pagare la bolletta in tempo. Così milioni di famiglie che già faticano ad arrivare alla seconda settimana del mese, dovranno anche preoccuparsi del rischio di vedersi staccare l’elettricità da un momento all’altro. Il Governo sceglie così di ridurre il diritto delle persone, alle quali non viene più garantita la fornitura di energia elettrica.
Così com’è questa riforma risulta una trappola, che invece di tutelare famiglie e imprese favorisce i grandi produttori di energia, che continuano a fare il bello e il cattivo tempo fissando a loro piacimento il prezzo di quell’energia. E in questa trappola finiranno soprattutto le famiglie più vulnerabili, quelle che hanno meno strumenti per tutelarsi da sole nei confronti degli operatori. Così com’è già accaduto in altri Paesi europei, in cui la maggior parte delle persone non hanno fatto in tempo nemmeno a capire quale operatore sarebbe stato più conveniente scegliere.
Il “servizio di salvaguardia” introdotto dal Governo va a sostituire quello che prima si chiamava “servizio universale”, previsto dalle norme comunitarie che l’Italia si accinge a violare. E che noi chiediamo di reintrodurre per due semplici motivi. Il primo è che potremo garantire maggiore trasparenza nei prezzi e minori costi in bolletta per tutti. Il secondo è che con il “servizio universale” nessun può staccare la luce nelle nostre case.
Se il governo e la maggioranza volessero, potrebbero ancora intervenire. Ma evidentemente gli interessi in gioco sono tali che gli impediscono di tendere la mano a milioni di cittadini e imprese. Così quella riforma sarà presto realtà.
Noi abbiamo proposto delle soluzioni almeno per limitare il danno. Soluzioni bocciate in Commissione Industria dalla maggioranza. Un nostro emendamento – che vogliamo ripresentare e pretendiamo venga approvato – chiede di applicare un prezzo dell’energia tramite aste pubbliche al ribasso; e che venga reintrodotto il meccanismo del “servizio universale” (come previsto appunto dall’Europa), così da arrivare quantomeno ad avvicinarci ad un costo simile a quello del servizio di maggior tutela in vigore oggi.
La consideriamo una richiesta minima, il male minore, sul quale la politica non può e non deve essere cieca. E per il quale ci aspettiamo una risposta positiva nell’interesse di milioni di persone.
Voglio far presente che con la riforma delle tariffe elettriche degli oneri a partire dal 1 gennaio 2016 la bolletta elettrica per milioni di persone subirà già un incremento di circa il 20% del costo. Se poi ci aggiungiamo anche il pagamento del canone RAI che ancora non è chiaro come sarà pagato, ci attende una bolletta elettrica esplosiva. Secondo alcune Associazioni dei consumatori che si stanno battendo contro questa riforma l’aumento medio della bolletta elettrica sarà, per ogni famiglia, di 380 euro, circa il 45% di quanto paghiamo oggi.