“Non date tregua, continuate a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni“, questo l’appello lanciato da alcuni di coloro che hanno partecipato al sit in promosso davanti alla ambasciata italiana al Cairo. La stessa richiesta è arrivata anche da tante ragazze e ragazzi che hanno partecipato alla fiaccolata organizzata a Fiumicello, Udine, il paese di Giulio, dove aveva anche indossato la fascia tricolore del “sindaco dei ragazzi ” perché, da sempre, aveva partecipato alla vita della comunità, percorrendo i sentieri della solidarietà e del volontariato.

Non a caso, a Fiumicello, hanno deciso di intitolare a Lui il nuovo centro di aggregazione giovanile.

Tutte queste persone, e molte altre, distanti e diverse tra loro, continuano ad invocare la ricerca della verità, temono che le inchieste sulla morte di Giulio possano essere sepolte sotto quintali di omissioni, depistaggi, contraddizioni che, sin dal primo momento, hanno segnato le ricostruzioni e le versioni delle autorità egiziane.

Si aggiunga a questo la collocazione internazionale dell’Egitto, le ottime relazioni commerciali con l’Italia e il rischio che ragioni di opportunità possano prevalere sulla rigorosa rivendicazione della legalità e del rispetto della dignità delle persone. Sarà appena il caso di ricordare che, nelle carceri egiziane, come in quelle della Turchia, marciscono centinaia di oppositori, scrittori, intellettuali, giornalisti, dimenticati dal cosiddetto mondo civile.

Se davvero vogliamo ricordare Giulio, e i tanti Giulio di altro colore e nazionalità, sarà il caso di riprendere le sue ricerche e le sue inchieste, di ripercorrere gli ultimi itinerari, di inviare sul posto non solo gli inquirenti, ma anche i migliori inviati capaci di “illuminare” quelle periferie del crimine e della corruzione dove Giulio è stato torturato ed ucciso. I mandanti, i complici, gli esecutori, debbono sentire il fiato sul collo, e non solo l’indignazione di un momento.

Per questo ci sembra giusto aderire alla proposta lanciata da Stefano Corradino ed Elisa Marincola di Articolo 21, che hanno chiesto a tutti di listare a lutto i propri blog e siti, e soprattutto, a di inondare la rete di messaggi rivolte alle rappresentanze diplomatiche egiziane in Italia, con un messaggio semplice e chiaro: verità e giustizia per #GiulioRegeni.
Una sorta di “Sit in virtuale” che dovrà scandire l’indignazione collettiva ed accompagnare la ricerca dei responsabili del suo assassinio, sarà il modo migliore per onorare la sua memoria e per tentare di restituire i diritti negati ai tanti Giulio egiziani che, spesso, spariscono senza lasciare neppure una traccia.

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Fonte: “Il Fatto Quotidiano”