Nella storia senza fine del Muos questo episodio era impronosticabile. Si attendevano infatti con apprensione le giornate di avvio della antenne Muos, quelle dal 13 e del 14 gennaio, così come previsto da tempo dai verificatori assoldati dal Consiglio di giustizia amministrativa (CGA) e invece è giunto il colpo di scena, proprio in extremis, alla vigilia dei test programmati.
Ma facciamo un passo indietro a beneficio di chi non conosce la recente storia del Muos o di chi si è perso nei meandri di questa inimmaginabile storiaccia all’italiana che ha avuto inizio alcuni lustri fa.
Nel febbraio del 2015, il Tar di Palermo aveva accolto il ricorso dei Comitati No Muos e aveva annulato l’autorizzazione concessa dall’ARS per la costruzione del Muos presso la base militare della Marina US di Niscemi. Con la sua sentenza il Tar aveva chiaramente evidenziato i rischi per la salute dei cittadini, rischi che nel 2013 non erano stati vagliati in mondo esauriente dall’Istituto superiore della Sanità (ISS) e quelli legati al traffico aereo. Si aggiunsero in seguito i reati ambientali legati alla costruzione della base militare in una riserva naturale con divieto assoluto di edificabilità e quelli di abusivismo. La vicenda si arricchisce infinedel sequestro della base di Contrada Ulmo alla quale vennero apposti dei sigilli e che fu così falsamente chiusa.
Nell’andirivieni di botta e risposta tra autorità locali, organi istituzionali nazionali e Ministero della Difesa, in poche parole il Governo italiano, e in un contesto chiaramente e fortemente influenzato dal peso del potere internazionale e dai giochi diplomatici e geopolitici portati avanti dagli USA, giunge nel settembre 2015 il parere del CGA a fronte del ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato.
Per il CGA le verifiche effettuate dal professore Marcello D’Amore, dell’Università “La Sapienza” di Roma, esperto super partes nominato dal Tar di Palermo, non sono esaurienti. Occorre quindi approfondire ulteriormente mediante un collegio di cinque verificatori, uno di nomina demandata al Consiglio nazionale delle richerche (CNR), un altro al Consiglio universitario nazionale (CUN) mentre gli altri tre direttamente nominati dai minsitri della Salute, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e dei trasporti.
E’ proprio di alcuni giorni fa una petizione lanciata dai Comitati No Muos con la quale si rivendica giustizia e neutralità.
Eccoci. Siamo infine ai giorni d’oggi. Nell’ambito di tali verifiche da effettuare da parte del collegio di verificazione erano stati programmati dei test di accensione del Muos alla sua massima potenza per misurare e valutare l’impatto delle onde elettromagnetiche prodotte dall’impianto.
Ma, come detto inizialmente, è arrivato lo stop da parte della Prefettura di Caltanissetta.
Quali sono le ragioni?
Quelle ufficialmente rese pubbliche sono legate alla decisione del Prefetto nisseno Maria Teresa Cucinotta che ha reputato non opportuna l’accensione delle mega antenne non essendoci allo stato attuale le precauzioni ritenute necessarie a tutela della salute pubblica. In altre parole l’Amministrazione locale e gli organi tecnici preposti non sono stato in grado mettere in piedi nè d’indicare delle contromisure cautelative da adottare al fine di garantire l’incolumità della popolazione non conoscendo peraltro il funzionamento delle parabole Muos, ignoto anche agli stessi verificatori.
E’ il Muos che incarna il paradosso o il paradosso è in tutta la vicenda del Muos?
Il fatto che si blocchino i test di verifica perchè ci sia l’impossibilità di assicurare il principio di precauzione non è forse l’ammissione della pericolosità per le popolazioni ancor prima di conoscere le misurazioni dei campi elettromagnetici irradiati dal Muos? Non è già di per sè uno stato di fatto che dimostra che il Muos non sia di certo benefico alla salute, cosa tra l’altro confermata dai risultati dei differenti studi già condotti da parte dei maggior esperti nel settore?
E così facendo non si arriverà a procedere a un’accensione del Muos alla minima potenza (anzichè alla massima, cioè nelle condizioni di effettivo funzionamento, così come da protocollo) magari per cercare di ridimensionare la portata degli impatti e cercare di fare avallare la tesi di una sua bassa pericolosità?
Nulla è da escludere e del resto basti considerare il fatto che, a seguito della comunicazione prefettizia, il collegio di verificazione, nella persona del suo presidente prof. Maria Sabrina Sarto, ha reagito immediatamente proponendo “l‘accensione dei sistemi radianti alla minima potenza sì da potere escludere ogni riflesso negativo sulla popolazione residente e, quindi, la necessità dell’adozione di ogni cautela“
Serpeggia stupore e diffidenza negli ambienti dei Comitati No Muos, ormai più che abituati al tira e molla tra interessi affaristici e bellici e salvaguardia di salute e ambiente. Eppure sembrano dei questionamenti legittimi e, chissà, forse anche logici, sempre che qualcosa di logico rimanga ancora in tutta la vicenda del Muos.
Non c’è che attendere il prossimo episodio; nell’attesa, ad oggi, l’avvio del MUOStro è differito.