La disciplina del Parkour che definisce L’art du dè placement ( l’Arte dello spostamento ) inizia il suo viaggio tra i media in Francia agli inizi degli anni ’80, le Percours intende il percorso che il corpo intraprende nello spazio che lo circonda. Pochi sanno però che il Parkour che spesso venne additato ad una follia metropolitana di qualche ragazzo sbandato ignaro di come occupare il proprio tempo, prende in realtà vita agli inizi dell’ ‘800 francese dal militare Georges Hèrbert. L’Herbertismo incitava l’uomo ad essere un tutt’uno con la natura ed essere in grado di potersi muovere e quindi combattere utilizzando la forza naturale del proprio corpo dando vita allo spazio circostante come un estensione di se stesso.
Ci spostiamo oggi nella Striscia di Gaza, dove guerra ed oppressione incombono oramai da decenni come spettri sulle vite dei giovani che per sopravvivere alla follia umana hanno così imparato ad essere un tutt’uno con le macerie e la distruzione, mantenendo un animo intrepido i gazawii sin da piccoli hanno assimilato questa disciplina divenendo un tutt’ uno con lo spazio, l’aria ed il cielo, lasciando volteggiare i propri corpi come aquiloni di pelle e coraggio.
L’ audacia è la base fondamentale per intraprendere questa straordinaria trasformazione tra cielo e terra, usando le proprie gambe come molle spingendo i muscoli del corpo verso il cielo afferrano quella libertà che l’esercito ogni giorno cerca di soffocare, piantando germogli di paura tra le macerie da cui sono circondati. Vengono trasformati in trampolini per arrivare sempre più vicini alle nuvole, sino quasi a sfiorarle rassomigliando a falchi librati in volo cambiando le prospettive a cui siamo ancorati ancora oggi.
La società moderna troppo legata al bisogno della sicurezza facendo dell’ islam una incertezza pericolosa, lascia nelle mani di questi giovani e di tanti altri cresciuti tra le strade del mondo la possibilità di farci comprendere come la voglia di vivere sia più forte di qualsiasi altra potenza, sfidano la natura e le leggi della fisica facendoci comprendere guardando i loro corpi volare leggeri come fogli di carta che nulla è impossibile.
Gli atleti vengono definiti dei veri e propri guerrieri moderni che si informano e si tengono in contatto grazie all’ uso di internet, grazie a questa nuova comunicazione nell’ultimo mese nella Striscia di Gaza la comunità italiana con la mediazione del centro Vik ha potuto fare incontrare ragazzi del Parkou provenienti dall’ Italia con i Pk di Gaza, che per giorni hanno condiviso i propri progressi all’interno di una palestra attrezzata. Dando vita ad un disegno di corpi e straordinarie evoluzioni per afferrare quella libertà nello scambio interculturale come futuro possibile e comune, di quella Pace che osservandoli ci rendiamo conto sempre più che non è impossibile da afferrare.