Il cosiddetto Decreto Appropriatezza, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20 gennaio, stabilisce che per 203 prestazioni mediche, tra visite ed esami specialistici, non varrà più il ticket sanitario, se non con annessa prescrizione medica.
La ragione addotta dal governo è quella di responsabilizzare i medici evitando prescrizioni superflue, ma di fatto le nuove norme rendono molto più difficile, se non addirittura impediscono, la prevenzione di malattie gravi come il cancro e violano l’articolo 32 della Costituzione, secondo cui “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Non si sta parlando infatti di cose da nulla, ma di settori molto ampi della medicina, come odontoiatria, genetica, radiologia diagnostica, esami di laboratorio, dermatologia allergologica e medicina nucleare e di esami diffusi e necessari come le analisi delle orine, gli esami del colesterolo o la risonanza magnetica. I paletti e i criteri da rispettare sono molto rigidi: il medico potrà prescrivere gli esami solo in caso di sospetta o reale patologia oncologica, a pazienti con una malattia epatica, o in attesa di un trapianto. Sono previste multe per chi violerà la legge.