Bandiza era il termine con cui si indicava il confine fra due province, nel film-documentario è la frontiera spazio-temporale tra le storie raccontate. Il film-documentario fa vedere un territorio devastato da uno dei peggiori inquinamenti in Italia e nell’intera Europa, una terra dei fuochi nordestina: fumi degli inceneritori, polluzione dovuta al traffico o a industria pesante. Inoltre mostra opere che consumano contrade, ambiente e persone. Dalle montagne delle Dolomiti bellunesi, dalle foci del fiume a Rovigo, alla pianura padana, alle città del Veneto.
All’ inizio del documentario un bambino, stanco del traffico, conta i tir che passano vicino alla sua casa, dai 500 ai 1000 al giorno. Ha in testa un rumore continuo, giorno e notte, insopportabile e si chiede quale sarà il suo futuro.
Un esempio di disastro, fra i tanti:sotto il manto della Valdastico Sud ci sarebbero veleni cancerogeni. Sarebbero scarti di provenienti dalle acciaierie, non trattati e quindi pericolosi per la presenza di cromo esavalente: 150 mila i metri cubi di veleni per quindici chilometri.
Non esiste ancora una mappa dettagliata dei punti inquinati e sembra esserci anche il rischio di una chiusura dell’autostrada, con sventramento dell’asfalto e bonifica. Decisivo sarà il rapporto dell’ARPAV ai magistrati per far vedere l’ inquinamento della falda acquifera.
Si è data voce a storie venete, di grande peso sociale, di persone alle quali è stata rubata la possibilità di avere un sostentamento economico, senza la possibilità di lavorare, con la consapevolezza di aver perso tutto. Bandiza è stato proiettato in varie realtà venete, il prossimo 15 gennaio verrà proiettato a Montebelluna, aiutando a prendere coscienza di quanto sopra.
Hanno partecipato al film-documentario, vari movimenti, comitati ed organizzazioni tra i quali: M5s, Slow Food, Lasciateci respirare, Opzione Zero, WWF, Decrescita Felice, Lega Ambiente, Energo Club. Interessante e importante per i contenuti, l’intervista allo scrittore/giornalista Renzo Mazzaro autore del libro “I padroni nel Veneto”. Come nel libro, nell’intervista Mazzaro punta il dito contro il MOSE e il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico delle opere del progetto. La storia è significativa di quello che è accaduto in Veneto in questi anni. L’ente istituito nel 1984 con legge dello stato per fare tutto: studi, progettazione, esecuzione dei lavori e controllore di se stesso in conflitto con norme europee. I magistrati delle acque, La Piva e Cuccioletta, a stipendio del Consorzio.
Un ente, insomma, che determinava se stesso, un’onnipotenza tecnica, nelle persone di ing. Mazzacurati e Baita, in armonia con l’onnipotenza politica di Galan e compagnia. Bandiza non sta solamente provocando riflessioni e dibattito, ma anche azioni. Per esempio, dopo la proiezione, il 3 luglio 2015, l’assessore Silvia Baldo del comune di Ponzano ha annunciato che si rinuncia all’ uso di pesticidi. Vi sono alternative quali il pirodiserbo o l’intervento meccanico. Inoltre a San Giovanni Lupatoto è stato prodotto e proiettato un documentario, “SGL in BANDIZA”, sul degrado ambientale e inquinamento di questo paese, che ha preso spunto dall’ originale. E altro.
Il link con il trailer lungo è il seguente:
http://www.mymovies.it/film/2015/bandizastorievenetediconfine/trailer/
A fine gennaio, primi di febbraio, usciranno i DVD con 2 video extra e l’intera colonna sonora, in più ci sarà la possibilità di noleggiare il file su Video On Demand.
Per il suo valore generale andrebbe proiettato in tutta Italia, in rassegne specializzate in tematiche ambientali. Bandiza verrà proiettato a Vittorio Veneto, nella sala Verdi alle 21:00 di Giovedì 18 febbraio, nell’ambito della rassegna CINEMA E AMBIENTE 2016. Sarà presente il regista Alessio Padovese
BIO-FILMOGRAFIA DEL REGISTA, Alessio Padovese, nato a Camposampiero (PD) il 7 giugno 1975 e residente Camposampiero (PD) in via Garibaldi 19.
Ho frequentato la Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Padova interrotta per poter seguire la mia volontà di fare cinema, dovevo scegliere se pagare le tasse universitarie o comperare i rulli di pellicola 16mm, ho scelto l’immagine ma non ho mai abbandonato la lettura di poeti, romanzieri e filosofi. Il mio primo tentativo di realizzare un film lungometraggio è stato un autoproduzione in pellicola 16mm il cui titolo era “L’altrui mio sguardo”, un’esperienza che mi ha insegnato molto per ciò che riguarda la regia, la fotografia e soprattutto la produzione di un film. Dopo questo progetto ho iniziato a studiare fotografia e a lavorare in piccole produzioni indipendenti di cortometraggi, prima come operatore e poi come direttore della fotografia. Nello stesso periodo ho lavorato sempre come operatore e direttore della fotografia in alcuni spot commerciali e ho avuto la mia prima esperienza come responsabile di produzione per uno studio video che si occupava prevalentemente di spot, eventi televisivi regionali e sportivi A 30 anni ho deciso di entrare nella produzione di film e documentari, dapprima con uncortometraggio documentaristico dal titolo “David & Golia” di Luca Gherlenda e prodottodalla Thames Valley University of London, progetto per il quale ho realizzato anche la fotografia.Da questa ed altre esperienze in produzione ho collaborato con una società di produzione video di Padova, Videonoir, con la quale mi occupavo prevalentemente di spot e negli ultimi due anni ho sviluppato due film, il primo dal titolo “Oltre il fiume” per il quale ho steso il progetto di produzione per bandi regionali e seguito l’iter di ricerca fondi e costruzione della sceneggiatura, soggetto e storyboard, il secondo dal titolo “ I pianieterni”, liberamente tratto dal libro di Sebastiano Vassalli “Marco e Mattio” dove ho ricoperto il ruolo di produttore occupandomi della stesura del progetto di produzione,ricerca fondi, organizzato le riprese per i sopralluoghi e ideato un video evocativo e propedeutico del film dal titolo “Mattio, i luoghi, le voci, il suono” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, inoltre ho scritto la sceneggiatura originale del film. La mia opera prima si intitola BANDIZA Storie venete di confine, un film documentario dove ho avuto la possibilità di unire tutte le esperienze fatte in passato, dalla produzione alla fotografia e finalmente ho potuto dirigere un lungometraggio.
Scheda:
Bandiza – Storie venete di confine”, è un film-documentario girato in diversi territori del Veneto.Nazione: Italia
Genere: documentario
Durata: 115 min. Formato:
Full HD 16/ Anno: 2015
Sito ufficiale:
Produzione:Alessio Padovese e Bandiza Group
Regia: Alessio Padovese
Direttore della fotografia: Alessio Padovese
Montaggio:Alessio Padovese