A Fantasylandia, fare sempre più guerre è una gran bell’idea
Di David Swanson
La gente negli Stati Uniti vuole leggi più severe sulle armi all’interno del paese. Probabilmente non può, (e infatti non avviene) essere sottoposta a sondaggi sul ruolo degli USA come maggior fornitore di armi al mondo. Non è possibile sottoporre la gente a un sondaggio su qualcosa di cui non ha sentito parlare.
La gente negli Stati Uniti vuole che si faccia di più per proteggere l’ambiente. Non ha la minima idea che il proprio governo stia educatamente distruggendo ogni speranza per la futura vita umana nel corso di una bella conferenza a Parigi. Non ha mai sentito dire che l’esercito americano è il maggiore distruttore dell’ambiente. Si tratta di argomenti sui quali non si possono fare sondaggi.
I cittadini negli Stati Uniti sono convinti che l’ISIS sia presente all’interno del paese per cercare di ucciderli. Non puoi chiedere la loro opinione sulle azioni da fare nell’universo reale, perché vivono in quell’altro. In quel loro mondo di fantasia, sostengono che gli Stati Uniti dovrebbero incrementare la guerra all’ISIS.
Anche in un universo alternativo nel quale membri dell’ISIS provenienti dall’Honduras avessero contrabbandato di soppiatto l’Ebola nelle cliniche di Planned Parenthood [pianificazione delle nascite], fare la guerra all’ISIS non avrebbe senso. La guerra con il suo corollario di bigottismo e odio è il più grande regalo che si possa fare all’ISIS. Un regalo molto desiderato. E così gli Stati Uniti l’ha assecondato, aiutando a far crescere notevolmente il reclutamento nelle fila dell’ISIS. Le rappresaglie non si riducono con l’escalation. Non si può utilizzare il terrorismo per eliminare il terrorismo.
Ma è qui che entrano in gioco illusioni notevoli. Più che una questione di fatti immediati, i buoni americani soffrono di una visione del mondo contorta in cui le rappresaglie sono spontaneamente generate da subumane e irrazionali sollecitazioni in razze e gruppi religiosi minori, le guerre combattute all’estero dagli Stati Uniti non fanno male a nessuno tranne che ai cattivi, la guerra in Iraq ha beneficiato l’Iraq, e le guerre possono essere rese ancora migliori del solito trasformandole in un impegno localizzato multiculturalista, femminista e ambientalista ligio alla convenzione di Ginevra, nel quale a morire sono persone dalla pelle scura ma a decidere sono gli Stati Uniti.
Proviamo a contestualizzare
Bombardare le case della gente a migliaia di miglia dalle vostre coste non è un’azione “difensiva”. Non lo è ora come non lo era nel 2003 o in qualunque altro periodo.
Non è un atto di generosità, tranne che per i produttori di armi, uccidere enormi quantità di persone senza alcuna buona ragione.
La guerra non è l’ultima risorsa, e immaginarla mentre si fa pressione a sua favore esultando è semplicemente delirante, indipendentemente dall’essere più o meno informati.
Considerato che i miti sulla seconda guerra mondiale probabilmente potrebbero essere rimossi solo con una chirurgia invasiva, limitiamoci a guardare agli ultimi 70 anni e proviamo a trovare una guerra che abbia risolto le cose di per sé, che non abbia prodotto più danni di quanti ne abbia risolti.
I politici che mentono su tutto il resto, i media che cercano di di influenzarci per portarci in direzioni disastrose, lo fanno altresì quando si tratta di guerra.
Due anni fa, non volevate partecipare a una guerra contro la Siria al fianco di al Qaeda, ma nemmeno volevate prendervi il disturbo di fermarla davvero, mettere uno stop alla fornitura di armi e addestratori, ritirare la CIA, permettere al mondo di negoziare la pace. Adesso, volete partecipare ad una guerra al fianco di al Qaeda contro la Siria, contemporaneamente unendovi alla lotta contro al Qaeda che porta ora il nuovo nome di ISIS.
Perche? Perché l’ISIS è il male, a tal punto che non ci si può parlare.
L’ISIS è un grande e crescente numero di persone. Intendete ucciderli tutti? Avete qualche idea della tempesta globale di odio e di vendetta che così facendo si scatenerebbe sugli Stati Uniti, anche da parte di persone all’interno degli Stati Uniti che certo non possono essere trattenute da qualche stupido muro? Perché se non si intende ucciderli tutti, ma solo alcuni di essi (il che ne genererebbe un numero maggiore di quanti ne fossero uccisi), allora bisognerà parlare con coloro che sopravvivono.
Ma io non sto neanche chiedendovi di parlare con loro. Vi chiedo di smettere di peggiorare la situazione. Smettere i bombardamenti. Smettere di sparare. Smettere di inondare di armi la regione. Smettere di sostenere i governi che finanziano l’ISIS. Proteggere le persone a rischio con una effettiva protezione difensiva, se necessario, ma non sfruttarle come scusa per intensificare la guerra. Inviare aiuti e operatori di pace. Permettere ad esperti nella risoluzione dei conflitti di parlare con l’ISIS. Tornate a guardare la Tv e a fare shopping. E smettetela di dire ai sondaggisti che volete ancora più guerre.
Traduzione dall’inglese di Giuseppina Vecchia per Pressenza