La Mauritania ha istituito tre tribunali specificamente incaricati del contrasto alla schiavitù. Secondo l’agenzia ufficiale Ami, le loro sedi saranno la capitale Nouakchott, Néma (nel sudest) e Nouadhibou (nordovest).
Le pratiche di schiavitù, ha spiegato il ministro della Giustizia, Brahim Ould Daddah “non saranno più tollerate, né nel presente né nel futuro”. Ad agosto il paese aveva già visto l’approvazione di una legge che definiva la schiavitù “crimine contro l’umanità”, che poteva essere punito con pene fino a 20 anni.
Contemporaneamente, tuttavia, tre importanti attivisti contro la schiavitù restano in carcere dopo aver ricevuto una condanna a due anni per partecipazione a manifestazioni non autorizzate. Il processo contro i tre (Brahim Bilal Ramdhane, Djiby Sow e Biram Dah Abeid, ex candidato presidenziale d’opposizione) è stato definito da Amnesty International “politicamente motivato”.