Simona Ponente, italiana, psicologa specializzata in psicologia clinica e di comunità, Operatore olistico thetalove, Animal healing, abituata a curare i dolori dell’anima si è trovata spesso ad utilizzare tecniche di ipnosi regressiva per arrivare ai nodi più complessi dei nostri blocchi emozionali. Spiega come sia cambiato l’amore ai giorni nostri e come internet inconsapevolmente abbia reso tutto più complesso e spesso doloroso.
Le ultime generazioni si sono trovate a cavalcare le straordinarie scoperte della tecnologia, musica, notizie, video e quant’altro ad un tiro di click, ti è permesso tutto ad un secondo dal tuo ultimo pensiero, la tua immaginazione può raggiungere paesi lontani e le tue fantasie possono diventare realtà in pochi istanti, con un pizzico di audacia puoi essere ciò che hai sempre desiderato. Coppie scoppiate, professionisti annoiati, donne affascinanti e catturate dal lavoro senza sosta perdono nella quotidianità la naturale poesia che da giovani sognavamo con una canzone dei Beatles o dei Pink Floyd, che può però realizzarsi in una chat. Ma cosa sta accadendo realmente?
La società moderna sta tornando alla medicina naturale, ma al contrario del corpo la mente sembra percorrere strade opposte, cosa ne pensi?
Vero, le persone cominciano a sperimentare trattamenti diversi, cominciano a curarsi con gli integratori naturali, ma la mente é differente, ciò che muove il nostro pensiero é qualcosa di misterioso ed affascinante. Spesso mi capita di vedere persone che hanno un’alimentazione corretta, usano medicine alternative, parlano di pace nel mondo ma quando il problema é dentro di loro non sono in grado di controllarlo e di conseguenza di elaborarlo. Esplode un meccanismo che non permette loro di districarsi dai meandri della loro mente. Questo mi fa dire che siamo bravi con gli altri, ma non con noi stessi, meno. Questo perché quando il problema tocca noi la mente subisce un blocco momentaneo e chi è in un certo percorso di evoluzione dopo il blocco osserva ed elabora. Purtroppo la maggior parte degli esseri umani non è consapevole dei propri strumenti per riempire questi vuoti.
L’Amore è un arcano, per l’essere umano sembra sia un enigma irrisolvibile, internet in questo non ha aiutato?
La rete ha trasformato il nostro modo di relazionarci, sino a qualche hanno fa’ se volevi conoscere delle persone uscivi, incontravi gente recandosi in luoghi reali, dove le persone potevano relazionarsi, si parlava ci si osservava. Oggi tutto è diverso, dietro un pc in balia di un social network si può trovare un’identità virtuale, un’identità che ci piace più di quella vera, la si modifica a piacimento per essere quelle persone che vorremmo essere. Quando si è on line ci si incontra, si chatta e si crea una vita “reale”, come se questa identità fosse per noi più affascinante. Accade così che ci si rifugi per sfuggire da una realtà grigia che non ci piace cercando di scappare dai nostri disagi. Questa realtà mi fa’ paura perchè sviluppiamo una profonda dipendenza, capita di sentire spesso persone che mi esordiscano con la frase: “Ho trovato l’amore, lui mi capisce, è tenero dolce, uno psicologo direi, la perfezione sognata”. Tutto ciò che manca nella vita reale, la mia impressione è che si stia cercando un modo per colmare un vuoto.
Le donne cercano nelle chat dei rapporti più intensi e più intimi, questo mi lascia supporre una profonda insoddisfazione, inoltre quello che sento dalle mie clienti è un po’ la sensazione che nella relazione virtuale il partner piaccia per ciò che dice e per come lo dice, si ha la sensazione di conoscere l’altro semplicemente leggendo tra le righe. La sensazione che porto è che ci si innamori più dell’idea dell’amore che dell’amore vero. Si cerca di riempire dei tasselli mancanti della nostra vita ma questo è un errore, credo che nelle chat per un certo senso ci si mostri con una maggiore autenticità, si ha meno pudore, meno inibizioni, si è più se stessi, è anche vero che si vorrebbe essere altro, per cui mi sovviene la domanda se sia meglio essere o apparire.
Cosa ne pensi di queste relazioni che prendono vita on line, tramite messaggi e fotografie?
L’amore virtuale è autentico? Credo invece sia il metodo più diretto e protetto per entrare in contatto con le persone condividendo disagi ed insoddisfazioni. Ma con i sentimenti non bisogna scherzare perché si corre sempre il rischio di trovarsi coinvolti in illusioni, specialmente quando si ripone troppa fiducia nell’interlocutore.
Si possono provare sentimenti reali senza sfiorare o toccare una persona?
Che differenza c’è se guardo un fiore on line e se lo raccolgo, la differenza è intensa e così è anche per le emozioni. In rete ci si lascia catturare da un sogno ma manca la visione d’insieme che comprende i profumi, il tatto e soprattutto la comunicazione non verbale. Spesso mi capita parlando con le persone vis a vis che le espressioni che usiamo vengono interpretate dalla nostra soggettività figuriamoci in un rapporto virtuale, mancano elementi essenziali rispetto al rapporto in carne ed ossa la voce, il contatto fisico, i gesti ed il linguaggio del corpo così come la possibilità di riflettere. Sono rapporti incompleti, ho letto una frase che mi piace molto “Siamo connessi”, in realtà ghermiamo solo pezzi di quella persona, parole su uno schermo.
Come le definiresti queste relazioni che sono in continuo aumento, secondo te quale potrebbe esserne il motivo?
Le definisco semplicemente relazioni virtuali, ormai è un boom sempre più presente. Il problema è la dipendenza, si tratta di una nuova dipendenza, si passano ore ed ore a chattare ormai anche per strada perdendo il contatto con la realtà, i motivi sono la solitudine e la paura di ciò che abbiamo dentro, il giudizio degli altri. Sino a che non accettiamo di essere luci e ombre preferiremo chattare piuttosto che guardare negli occhi le persone.
Stiamo perdendo i sentimenti della fisicità, c’è una soluzione a questo?
Certo, si può guarire, come da ogni dipendenza, occorre scavare dentro di noi per comprendere realmente cosa ci manca e le risposte sono dentro di noi. Bisogna provare piano piano ad estraniarsi dalla realtà rimanendo concentrati sul nostro cuore, cancellare le memorie del nostro subconscio, ossia tutte quelle informazioni che ci hanno inculcato ed obbligarci ad affrontare le nostre parti ombra. Solo così impareremo ad amarci e solo così potremmo essere davvero amati. Bisogna uscire dalla nostra gabbia perché siamo noi ad esserci entrati, noi dobbiamo riuscire ad uscirne cominciando ad assaporare la realtà, quella vera.
Tengo a chiarire che la conoscenza on line non è un errore, ma bisogna concepirla come un principio di qualcosa che dovrà poi evolvere.