Lo svolgimento del progetto “Differenti ma Uguali”, nelle scuole del territorio della II Municipalità, il Centro Storico, di Napoli, a cura dell’Associazione “Garibaldi 101”, in partenariato con gli Operatori di Pace della Campania, è consistito nella realizzazione di otto laboratori didattici e formativi, per un monte ore complessivo di venti ore, per una platea interessata pari a circa 250 studenti e studentesse, insieme con i rispettivi docenti, delle scuole della città.
I laboratori si sono sviluppati in forma partecipata e interattiva con gli studenti e le studentesse e hanno puntato a sottolineare e articolare il tema della differenza e delle differenze, sotto tutti i punti di vista, dalla differenza personale alla differenza di genere e di orientamenti soggettivi, passando per la differenza culturale, linguistica e di provenienza.
Si è trattato di un’occasione preziosa nel contesto della quale gli studenti e le studentesse coinvolti sono stati sollecitati a esporre il loro punto di vista sui temi fatti propri dal progetto: le migrazioni, le rotte delle migrazioni nel bacino europeo-mediterraneo, l’accoglienza e l’inclusione dei migranti, ma anche, proprio a partire dai condizionamenti, dalle paure e dai luoghi comuni che i ragazzi e le ragazze hanno più volte manifestato all’interno dei laboratori, la retro-azione e il condizionamento offerto dalla presa degli stereotipi e dei pregiudizi che tanta parte giocano nell’immaginario comune e nelle modalità ordinarie attraverso cui i ragazzi e le ragazze, anche quelli della nostra Municipalità, troppo spesso tendono a raffigurare “il diverso”.
Tutto questo è frutto anche di una comunicazione e di un regime dell’informazione “mainstream” che non aiuta, anzi sovente consolida e sedimenta luoghi comuni ed immaginari improntati alla diffidenza e, talvolta, all’odio, quando non al razzismo. In tutti i laboratori sono emersi infatti giudizi e opinioni di carattere pregiudiziale che troppo spesso i nostri ragazzi manifestano nei confronti dei migranti e delle diversità in generale.
Molte volte gli operatori e le operatrici del progetto si sono trovati di fronte a giudizi schematici, improntati a diffidenza e paura, dove l’unica soluzione possibile, al dilagare della violenza, sembrava essere la stessa violenza o una forma di mera e inopportuna controviolenza. Alimentare quindi la consapevolezza della possibilità di soluzioni alternative e nonviolente alle problematiche dell’incontro e della inclusione delle diversità, sui nostri territori e nei nostri contesti metropolitani, è stato uno dei compiti precipui dello svolgimento dei laboratori e, a maggior ragione, appare sempre più compito prioritario, se davvero si intende costruire una società multi-etnica, inclusiva, rispettosa delle differenze e accogliente nei confronti di tutti e di tutte.
I laboratori hanno affrontato, sulla base della metodologia scelta e con l’uso di strumentazione digitale, ma anche con la lettura di casi di studio sulle problematiche del riconoscimento del diritto di asilo e delle procedure di regolarizzazione, parole chiave e problematiche scottanti, quali la guerra, la violenza e la contro-violenza, l’insorgenza terroristica, la diffusione dell’ISIS e si è constatato come, soprattutto a ridosso della tragedia di Parigi del 13 novembre, l’ISIS e il terrorismo siano prepotentemente entrati, sovente in maniera distorta e confusa, nelle riflessioni e nelle considerazioni degli alunni e delle alunne.
Con tutti i ragazzi e le ragazze e, in particolare, con tutti i docenti e le docenti interessate si è condivisa inoltre l’esigenza di individuare nuovi momenti e percorsi di formazione, apprendimento e sensibilizzazione su queste tematiche e la stessa rassegna conclusiva del progetto, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani del 10 Dicembre, svolta, alla presenza del presidente della Municipalità e degli assessori e dei consiglieri direttamente interessati allo svolgimento del progetto, presso il Teatro del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II”, ha rimesso in evidenza questo nuovo impegno da assumere e la centralità di siffate questioni.