Resta critica la situazione a Bujumbura, in Burundi, anche dopo la fine degli scontri iniziati alle 4 di stamattina (le 3 italiane) con l’attacco ad alcune basi militari. “Continuiamo a ricevere telefonate dal quartiere di Musaga, nella parte sud della città, che parlano di persone ferite, ma sfortunatamente le squadre di primo soccorso non possono ancora avervi accesso viste le condizioni di sicurezza”, testimonia alla MISNA Georgios Georgantas, capo delegazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Burundi.

Gli scontri, riferiscono altre fonti contattate da MISNA in città, sono proseguiti per alcune ore. “Sono terminati intorno alle nove – riferiscono – ma si sono sentiti colpi d’arma da fuoco ancora fino a mezzogiorno circa: all’apparenza, entrambe le parti sembravano abituate a usare le armi”.

Impossibile stabilire, per ora il numero delle vittime: secondo il governo, 12 degli uomini che hanno attaccato le basi sono rimasti uccisi e 20 feriti, ma, aggiunge Georgantas, “non esiste una cifra complessiva verificata”. “Bisogna creare le condizioni perché le squadre di soccorso possano raggiungere i feriti. – conclude il responsabile della Croce Rossa – la situazione è di estrema emergenza”.

Intanto, secondo quanto si apprende, anche l’aeroporto della capitale sarebbe stato chiuso a causa dei disordini, mentre la versione ufficiale parla di numerosi voli cancellati, ma con la struttura ancora operativa. Gli attacchi, avvenuti nel quartiere di Ngagara, sono stati attribuiti ufficialmente a un raggruppamento d’opposizione noto come Sindumuja, nato dopo la repressione delle manifestazioni contro il terzo mandato del presidente Pierre Nkurunziza.

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