Sono stati decisi i nomi dei 65 deputati che a partire da oggi formeranno la commissione speciale chiamata a decidere sull’apertura – o meno – di una procedura di impeachment – a carico della presidente Dilma Rousseff volta alla sua destituzione.
I legislatori stabiliranno se le irregolarità fiscali nel bilancio 2014 del governo, denunciate dall’opposizione e riscontrate dagli organi di controllo dello Stato, costituiscano motivo sufficiente per togliere a Dilma il suo secondo mandato al Planalto, conquistato lo scorso anno.
Nella commissione saranno presenti i rappresentanti di tutti i partiti presenti alla Camera dei Deputati: il blocco guidato da Michel Temer, vice presidente e leader del centrista Partido do Movimento Democrático Brasileiro (Pmdb, primo partito politico brasiliano), conterà il maggior numero di deputati (25); quello del Partido dos TRabalhadores (Pt); schieramento di Dilma, 19.
Il governo ha il sostegno sufficiente per impedire che si arrivi all’impeachment, ma il Pmdb raccoglie molte anime, incluse fazioni dissidenti che vorrebbero la rinuncia di Dilma: in questo contesto va letto l’auspicio pubblico della presidente affinché dal partito del suo vice non giungano sgradite sorprese.
Una volta insediata, la commissione avrà dieci sessioni a disposizione per presentare per iscritto la sua analisi, che ci si attende in difesa della presidente: i suoi argomenti e quelli della parte accusatrice saranno oggetto di altre cinque sessioni e solo infine la stessa commissione voterà il rapporto redatto dal “deputato istruttore”, a favore o contro l’avvio della procedura di ‘impeachment’.
Se la commissione si dirà favorevole all’impeachment, la parola passerà al vaglio dei 513 deputati del plenum della Camera: la procedura proseguirà solo se riceverà almeno due terzi dei voti favorevoli (342). In quest’ultimo caso, Rousseff dovrà lasciare l’incarico in un lasso di tempo di 180 giorni, scadenza a disposizione del Senato per realizzare il vero e proprio ‘processo politico’ definitivo.
La strada per l’impeachment di Dilma è stata aperta la settimana scorsa dal presidente della Camera, Eduardo Cunha, uno dei 50 politici indagati per lo scandalo per corruzione che ha scosso il colosso petrolifero statale, Petrobras. Cunha e Rousseff sono nemici politici dichiarati e il clima politico nel gigante sudamericano riflette più che mai in questi giorni una polarizzazione, mentre i brasiliani soffrono un periodo di sensibile recessione economica per il paese.