LA GRANDE MENZOGNA. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla Prima Guerra Mondiale di Valerio Gigante, Luca Kocci, Sergio Tanzatella. Dissensi Editore. Euro 13.50.
La Grande Guerra fu un evento di dimensioni immense, che, quasi, sterminò un’ intera generazione e trasformò un continente intero.
Il libro di Valerio Gigante, Luca Kocci, redattori della rivista Adista, e di Sergio Tanzarella, storico, denuncia, innanzitutto, la retorica bugiarda che celebra il centenario del Grande Massacro 1915-1918. Appropriato e’ il sottotitolo: Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla Prima Guerra Mondiale.
Retorica del centenario che ha il significato politico di impedire una spiegazione reale di un avvenimento che ha iniziato un periodo storico, lungo, di guerre che ancora continua.
“La Grande Menzogna” è un importante contributo a capire quello che è realmente accaduto: una strage mondiale dalla quale uscirono sconfitti tutti i popoli. Per quello italiano la sconfitta fu feroce per i morti in battaglia, le malattie, la vita tremenda delle donne ed i bambini, la fame, l’ esodo, i saccheggi, gli stupri dopo Caporetto, le fucilazioni e le decimazioni.
Il libro, all’inizio, sottolinea come in Italia si passò dalla neutralità all’ interventismo, le ragioni ed il ruolo di poeti, scrittori ed intellettuali. Furono interventisti, tra gli altri il fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso Marinetti e Gabriele D’Annunzio, che con un discorso di ispirazione garibaldina, tenuto proprio a Quarto il 4 Maggio 1915, incitò le folle a partecipare alla guerra, facendo rivivere fisicamente e spiritualmente una sorta di nuova spedizione dei Mille. In realtà, al di là di belle parole, scritte o recitate, questi artisti o politici, il socialista Benito Mussolini si convertì alla guerra, furono asserviti agli interessi economici dei capitalisti che videro nella produzione bellica un’ occasione imperdibile di profitti.
Gli italiani vennero inviati al fronte, tenuti nelle trincee ed spinti ad assalti inutili con la politica del terrore dei tribunali speciali che fecero fucilare e decimare. Questi emisero 82.386 condanne di cui a morte 4000. Ne furono eseguite 750. Inoltre vi furono fucilazioni sommarie senza verdetto. Per quanto riguarda le decimazioni la prima colpì il 141ᵒ fanteria della Brigata Catanzaro. 120 uomini si ribellarono rifiutando la Guerra e si opposero con le armi a coloro che intervennero a reprimere la rivolta, uccidendo ufficiali, altri soldati e carabinieri. In quell’ occasione furono fucilati un sottotenente e otto soldati, ossia quasi un ammutinato ogni dieci, per evitare di passare per le armi l’ intera compagnia che doveva essere mandata al fronte come carne da cannone. Era il luglio 1916.
Gli autori si soffermano sul codice militare di allora del 1869, il cui famigerato art. 72 prevedeva la pena di morte ” per il militare che in faccia al nemico si sbanda, abbandoni il posto o non faccia la dovuta difesa.”, ma anche si rifiuti di obbedire.
Viene dato risalto alle famigerate circolari del generale Cadorna che viene denunciato come un vero e proprio criminale di Guerra, assieme ad altri, tra cui il generale Graziani che fece perfino fucilare un soldato per la sola colpa di non averlo salutato nei modi che l’alto ufficiale credeva di meritare.
Interessante è la narrazione del ruolo della religione, dei preti e dei cappellani militari a far accettare il sacrificio umano di combattere e morire. In contraddizione con la posizione del papa Benedetto XV che con l’ enciclica Ubi primum in beati si oppose alla guerra.
La “Grande Menzogna” narra con ricchezza di dettagli la fame, la pazzia, la prostituzione, le canzoni contro la guerra , i prigionieri di guerra, I sacrari militar, il milite ignoto.
Gli autori alla fine del libro indicano films da vedere, da Charlot soldato, con Charlie Chaplin a Orizzonti di Gloria ed Uomini contro di Rosi ed al recente Torneranno a fiorire I prati di Ermanno Olmi,e libri da leggere, tra I quali Plotone d’ esecuzione di Monticone ed Enzo Forcella, per capire quella tragedia.
Il libro è stato allegato ad un numero del quotidiano Il Giornale che lo ha ben presentato, ma va diffuso di più, nelle biblioteche, negli ospedali, etc,etc., e fatto leggere nelle scuole.