E’ accaduto a New York, la stessa sera di venerdì 13 novembre, poco dopo l’attentato di Parigi, Alex Malloy, un ragazzo newyorchese, è stato il primo cliente a viaggiare sul taxi di proprietà di un altro giovane, uguale a lui, con l’unica differenza di essere di chiara origine araba. Alex racconta nel suo post che le persone avevano paura di questo giovane tassista, molti nemmeno si avvicinavano. I successivi 25 minuti, il tempo necessario per effettuare la corsa, hanno visto Alex e il giovane tassista impegnati in una profonda e intima conversazione, un dialogo che ha lasciato Alex così scosso da sentire di dover pubblicare l’intera conversazione e la sua esperienza su Twitter, con l’intenzione di condividere con il mondo intero un messaggio di pace e di speranza.
Ecco il testo del post di Alex: “Per 25 minuti ho dovuto dire a questa persona, questo essere umano come me e voi, che non era colpevole di quello che era successo e che mi dispiaceva che la gente lo guardasse con odio o paura”, ha spiegato. “Ha pianto per tutto il viaggio e mi ha fatto piangere. Continuava a dire che Allah, il suo Dio, non credeva in questo e che non poteva nemmeno fare il suo lavoro perché la gente non si sentiva sicura con lui”. Alex ha poi concluso con una preghiera: “È terribilmente triste il fatto che questo ragazzo diventi una vittima per colpa degli estremisti. Per tutto il viaggio gli ho detto che io come molti altri non lo vedevo così e che eravamo contenti che fosse nel nostro paese. So però che ci sono persone che non la pensano come me e questo è terribile. È terribile che un uomo paghi per colpa di persone che si dicono religiose e sono soltanto estremisti. Vi prego, siate gentili con queste persone che in momenti come questi non sono soltanto vittime di pregiudizio, ma anche di vero e proprio odio. Non generalizzate. Non sono nemici, sono nostri vicini e amici. Smettete di vederli come nemici, siamo tutti fratelli e sorelle”