Il Burkina Faso vota domenica per concludere la transizione iniziata dopo la fuga dell’ex presidente Blaise Compaoré, alla fine di ottobre 2014. Sono 5,5 milioni gli elettori chiamati alle urne per eleggere il presidente della repubblica e 127 deputati, in sostituzione delle attuali autorità ad interim. Lo scrutinio, inizialmente previsto per l’11 ottobre scorso, era stato rinviato dopo il fallito tentativo di golpe guidato dal generale Gilbert Diendéré lo scorso 17 settembre.
Sono 14 i candidati alla massima carica, per la quale non possono correre né i rappresentanti delle attuali autorità provvisorie (il presidente Michel Kafando e il premier Isaac Zida) né i fedelissimi di Compaoré. Questi ultimi sono stati esclusi sulla base di una controversa norma, votata durante la transizione, che dichiara in candidabile chiunque abbia sostenuto il progetto di riforma costituzionale voluto dall’ex presidente per garantirsi un nuovo mandato.
A poche ore dal voto la sfida sembra essere soprattutto tra due ex funzionari del governo, passati però all’opposizione negli scorsi anni: Roch Marc Christian Kaboré (ex presidente dell’Assemblea nazionale) e Zéphirin Diabré, già responsabile dell’Economia. Tra gli altri candidati, spiccano le figure di Bénéwendé Sankara, che si richiama al popolare predecessore di Compaoré, Thomas Sankara (di cui è solo omonimo), e di due donne: Saran Séré Sérémé, a sua volta passata all’opposizione nel 2012, e l’indipendente Françoise Toé.
Nonostante l’assenza di un proprio candidato presidente, alle legislative parteciperà anche il Congresso per la democrazia e il progresso, di cui faceva parte Compaoré. Negli scorsi mesi 42 candidati di questa forza politica erano stati esclusi dalle liste, ma sono stati rimpiazzati da altri esponenti del partito. Secondo molti analisti, la speranza dei sostenitori dell’ex regime è quella di far pesare i propri voti nell’eventuale secondo turno delle presidenziali, che se necessario, sarà convocato 15 giorni dopo l’annuncio dei risultati.