C’è da chiedersi se siamo tornati in piena guerra fredda. La domanda è legittima dopo avere appreso dall’emittente tedesca ZDF che gli Stati Uniti avrebbero avuto l’ok per l’installazione di venti nuove bombe nucleari a Buchel, in Germania, e i lavori sarebbero già iniziati.
C’è da chiedersi se siamo tornati in piena guerra fredda. La domanda è legittima dopo avere appreso dall’emittente tedesca ZDF che gli Stati Uniti avrebbero avuto l’ok per l’installazione di venti nuove bombe nucleari a Buchel, in Germania, e i lavori sarebbero già iniziati. Del progetto di condivisione nucleare farebbe parte anche l’Italia, come d’altra parte conferma la testata italiana specializzata Difesa Online. «Oltre agli F-16 americani schierati ad Aviano, l’unico velivolo in forza all’Aeronautica Militare Italiana in grado di trasportare le B61 è il Tornado IDS del Sesto Stormo di Ghedi – scrive Difesa Online, approfondendo la situazione italiana – Le basi italiane di Ghedi ed Aviano (le stime non sono ufficiali) dovrebbero ospitare complessivamente dalle 30 alle 50 bombe nucleari B61. Le sei basi della NATO (Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Italia (Aviano e Ghedi AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB) ospitano circa 180 bombe nucleari americane B61-3,-4,-7,-10. Entro il prossimo decennio, tutte le B61 dislocate in Europa saranno sostituite con l’ultima versione della bomba nucleare all’idrogeno per essere implementate nell’F35A».
Sul fronte tedesco, l’ex segretario di Stato tedesco per la Difesa, Willi Wimmer, ha pubblicamente dichiarato che l’installazione delle nuove bombe americane su territorio germanico sono una deliberata provocazione nei confronti della Russia. Peraltro la decisione, evidentemente avallata dalla cancelliera Merkel, parrebbe andare contro la decisione, votata nel 2010 dal Bundestag che prevedeva lo smantellamento delle armi nucleari presenti a Buchel.
Maria Zakharova, del ministero degli esteri russo, ha dichiarato che «si tratta di una violazione degli articoli 1 e 2 del Trattato di non proliferazione delle armi atomiche».
Nel mondo, secondo Difesa Online, «potrebbero esserci 15700 testate nucleari. Di queste, 4100 sono considerate operative. Russia e USA ne hanno in linea 1800 circa a testa pronte al lancio».
Al 28 di aprile scorso, secondo il Bulletin of the Atomic Scientists ed il report della Federation of American Scientists, «gli Stati Uniti hanno pronte al lancio in rischieramento strategico 1900 testate su un inventario di 7200 armi nucleari. 1780 sulle 7500 testate nucleari strategiche russe sono pronte al lancio. I francesi hanno pronte al lancio in servizio deterrente 290 testate (sulle 300 in inventario), seguiti dagli inglesi che hanno in linea 150 testate sulle 215 disponibili. I cinesi disporrebbero di 250 testate nucleari, ma è praticamente impossibile stabilire quante di queste sono realmente pronte al lancio. Israele disporrebbe almeno di 80 testate nucleari. Pakistan ed India dovrebbero possederne un centinaio. La Corea del Nord, infine, potrebbe possederne dieci».
Qui non c’è da chiedersi chi sono i pazzi; qui occorre mobilitarsi e agire per non permettere ai pazzi di distruggere il mondo.