In occasione del 2 Ottobre, giornata internazionale della nonviolenza, le organizzazioni Mondo senza Guerra e senza Violenza e Greenpeace, con il media-supporto di Pressenza e il patrocinio dell’Assemblea Capitolina, hanno inteso richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, romana e nazionale, sui temi della nonviolenza, della gestione positiva dei conflitti e delle prospettive del cambiamento sociale, con la cerimonia di premiazione del “Premio della Nonviolenza”.

Giunto quest’anno alla sua quarta edizione, il premio ha visto la partecipazione di associazioni, comitati e scuole da tutta Italia, raccogliendo decine e decine di proposte e selezionando, in definitiva, due finalisti nella sezione Action dedicata alle scuole (“Action Scuole”), rispettivamente l’Istituto Bodoni-Paravia di Torino per i suoi lavori nel progetto “Arte e NonViolenza” e in particolare, per la realizzazione di un notevole videoclip a ritmo di rap nonviolento, e la scuola media E. Fermi di Macerata, che ha elaborato un progetto-video sul tema dell’integrazione e dell’accoglienza dei migranti.

La partecipazione delle scuole ha costituito senza dubbio uno degli elementi di forza, più caratterizzanti, della edizione di quest’anno del Premio della Nonviolenza ed anche il pubblico in sala, che ha registrato la presenza non solo delle classi impegnate nei progetti presentati, ma anche di classi provenienti dalle scuole del territorio, ha rappresentato plasticamente questa novità. Si tratta di un elemento importante e da valorizzare: proprio nel tempo dei codici comunicativi sempre più intensamente improntati ai segnali dell’aggressività, della competitività e della violenza, in particolare della violenza verbale, oltre che, troppo spesso, di quella culturale e di quella diretta, quando i ragazzi e le ragazze delle nostre città e dei nostri territori vengono continuamente sfidati e messi alla prova dalla violenza, nelle parole, nei comportamenti, nelle relazioni, le scuole provano ad interrogarsi sulla rottura di questo stereotipo e mettersi alla prova, sperimentando contro-codici e pratiche alternative di liberazione dalla violenza e di nonviolenza.

Sono tre, invece, i finalisti della sezione Action dedicata ai progetti delle organizzazioni, ispirati al cambiamento nonviolento, in particolare, la “Scuola dei Diritti Umani” di Como, che compie dieci anni, presentata da Mauro Oricchio e Alessandro Delcaro, vincitrice della sezione, la campagna “Un’Altra Difesa è Possibile”, promossa, tra gli altri, dalla Rete Italiana per il Disarmo, che ha raccolto oltre 50 mila firme per una legge di iniziativa popolare per l’istituzione della difesa civile non armata e nonviolenta, e il progetto PULSAR (Project on Understanding and Linkages to Serbs and Albanians Reconcile), per Corpi Civili di Pace in Kosovo, dedicato alla trasformazione nonviolenta del conflitto ed alle prospettive di riconciliazione tra serbi ed albanesi in Kosovo, presentato da Gianmarco Pisa, operatore di pace.

La “convergenza” nel carattere e nel profilo dei tre progetti finalisti rappresenta una sintonia singolare e molto caratteristica: non solo perché tutti e tre i progetti maturano nell’area della sperimentazione della nonviolenza come pratica della trasformazione, ma anche perché i tre proponenti condividono l’interesse verso un lavoro di rete, che rappresenta una delle scommesse più promettenti per il movimento per la pace nella situazione attuale, in Italia: gli operatori di pace impegnati sulle sperimentazioni per Corpi Civili di Pace condividono la partecipazione ai lavori della IPRI (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace) – Rete CCP (Corpi Civili di Pace), mentre la campagna per un’Altra Difesa è Possibile è stata sostenuta non solo dal tavolo informale degli Interventi Civili di Pace ma anche dalla, recentemente costituita, Rete della Pace, ulteriore luogo di rete e di sinergia, occasione di incontro e di scambio tra associazioni di pace.

Qui l’orizzonte spirituale della nonviolenza si sposa con l’approccio pratico, eminentemente politico, del lavoro di pace, nelle diverse ma simmetriche declinazioni rappresentate da due dei progetti proposti: il primo, quello frutto della campagna per un’Altra Difesa è Possibile, perché punta alla definizione normativa, tuttora carente nel nostro Paese, dei Corpi Civili di Pace e di un Istituto di Ricerca per la Pace, nel quadro della istituzione di un vero e proprio sistema nazionale per la Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta, e il secondo, quello che parla del progetto PULSAR, perché riesce a mettere insieme soggetti sociali e istituzioni locali, a partire dal Comune di Napoli (il primo ad avere sperimentato l’applicazione di Corpi Civili di Pace in zona di conflitto), nell’impegno diretto “sul” e “nel” conflitto, nel caso specifico in Kosovo, attraverso l’impegno di operatori e operatrici di pace professionali, civili non armati e nonviolenti, impegnati nel monitoraggio del conflitto, nella prevenzione della violenza e per la “pace positiva”.

Il premio Gandhi alla fotografia è stato vinto da Erminia Scaglia del MIR di Palermo, che ha inteso dedicare il premio al cooperante palermitano Giancarlo Lo Porto, ucciso in un raid aereo da un drone USA tra Pakistan e Afganistan, dopodiché sono state presentate e illustrate le altre foto finaliste, di Stefania Daneluzzo e ancora di Erminia Scaglia. Un premio speciale per i reportage sulle attività di Assopace Palestina, in sostegno della resistenza popolare nonviolenta nei Territori Palestinesi Occupati, è stato attribuito a Livia Parisi, ad accompagnare la quale Luisa Morgantini, oggi presidente di Assopace Palestina, già vicepresidente del Parlamento Europeo, è intervenuta a ricordare il carattere brutale, oppressivo e soffocante dell’occupazione militare israeliana della Palestina, ma anche il coraggio, l’innovazione e la creatività, tratti tipici della nonviolenza, che la resistenza palestinese sta, quotidianamente, sperimentando.