Il rapporto 2015 dell’Osservatorio sul Diritto al Cibo e alla Nutrizione prodotto dalla società civile sarà lanciato a Roma il 9 Ottobre, e farà luce sul controllo che le grandi corporazioni hanno sui sistemi e le politiche alimentari.
Conosciuto come “corporate capture”, il controllo esercitato dalle aziende ha raggiunto livelli esorbitanti. Questa realtà, particolarmente presente da quando c’è stata la crisi dovuta alla volatilità dei prezzi alimentari nel 2007/2008, sta mettendo a grave rischio i diritti umani.
Come dimostrato dalle numerose situazioni difficili che il mondo ha dovuto affrontare negli ultimi anni, l’attuale modello economico non è in grado di garantire le condizioni che permettono ai governi nazionali di tener fede ai propri obblighi sui diritti umani. Questo modello infatti sembra dare priorità agli interessi delle multinazionali piuttosto che alla realizzazione dei diritti delle popolazioni, specialmente del diritto al cibo e alla nutrizione. In un mondo in cui 795 milioni di persone continua a soffrire di denutrizione mentre mezzo miliardo di persone soffre di obesità, le comunità e le organizzazioni della società civile planetarie vedono la prevenzione della “corporate capture” come una questione critica.
Il Right to Food and Nutrition Watch, una celebre pubblicazione annuale a cura della società civile, sarà lanciata il 9 Ottobre presso la sede centrale della FAO, a Roma. In questa occasione si analizzeranno alcuni di questi aspetti. Titolo della pubblicazione quest’anno è “La nutrizione non è un affare” (Peoples’ Nutrition Is Not a Business), e il focus sarà appunto sulla nutrizione, ovvero sull’impatto delle “business operations” sui mezzi di sostentamento delle persone. La prospettiva è quella della difesa dei diritti umani, andando al di là della mera misurazione dei nutrienti nel cibo e nel corpo umano, e tenendo in considerazione il contesto socio-economico e culturale in cui gli esseri umani si alimentano.
Gli argomenti del Watch verranno ripresi inoltre il 20 ottobre presso l’Università di Roma Tre, dove la discussione continuerà in occasione del seminario “Tutto quello che EXPO non vi ha detto. Mercati, democrazia e diritti, per un cibo sano e sostenibile per tutti”, organizzato da Terra Nuova, il Comitato Cittadino per la Cooperazione Decentrata di Roma e l’Università stessa. Qui maggiori informazioni.
Terra Nuova è membro del consorzio che ogni anno pubblica il Watch, e fa parte del consiglio di redazione dell’edizione 2015, attraverso l’importante contributo di Nora McKeon, che sottolinea: “La società civile chiede al CFS di giocare un ruolo centrale nella governance della nutrizione, dando seguito all’esperienza dell’ICN2. Quest’anno, la nutrizione sarà al centro dell’agenda del CFS42 ad Ottobre, e sembra che verrà adottato un vero e proprio processo investigativo e di negoziazione per definire quale strada intraprendere in questo senso. E la società civile sta lottando proprio per questo!”
Nel commentare la pubblicazione, Flavio Valente, Segretario Generale di FIAN International, ha affermato: “L’edizione di quest’anno descrive la lotta delle popolazioni per riappropriarsi delle proprie vite e dei propri corpi e sottrarli alle multinazionali. Qui, la nutrizione non è confinata in un ambito medico o tecnico, ma estesa a dimensioni politiche e sistemiche, per poter assicurare delle diete diversificate, sane, sostenibili e culturalmente adeguate. L’Osservatorio rivela il sottile ma impietoso abuso sul diritto umano al cibo e alla nutrizione e l’impunità che lo copre, esso fornisce una serie di raccomandazioni per gli Stati, al fine di prevenire e punire iniziative che ostacolano il godimento dei diritti umani”.
“La nutrizione non è un affare” investiga sulla visione competitiva della nutrizione, sulle cause della malnutrizione e le risposte politiche, da parte degli interessi nascosti e della sfera pubblica. Considerando le avversità specifiche che donne e ragazze affrontano nella loro vita quotidiana, l’Osservatorio pone inoltre l’attenzione sul legame tra il diritto ad un cibo adeguato e alla nutrizione e la piena realizzazione dei diritti delle donne e delle ragazze. “Dopo tutto, la “corporate capture” colpisce la loro effettiva partecipazione alla vita politica, economica e sociale, ed ostacola il loro potenziale ruolo nella trasformazione delle inique relazioni di potere basate sul genere”, conclude Valente.