Nell’anno di grazia 2015, quando si mette mano agli appelli “pacifisti” sarebbe il caso – non credete? – che il suggeritore non sembri, che so, con tutto il rispetto, Toni Negri (o l’Aldo Brandirali dei tempi di “Servire il Popolo”) ma che nei contenuti e nella forma – traspaia l’ispirazione di un Gandhi o di un Nelson Mandela. O almeno, da parte cattolica, – mi accontenterei di poco – dello stesso Papa Francesco!
(Ma anche i Toni Negri cambiano e cominciano a guardare a S. Francesco come modello da cui ricavare idee e valori creativi).
Sono convinto che l’anima vitale e vivace di molti nonviolenti sia come una botte che ospita del buon vino nuovo. Ma bisogna non soffrire del difetto della pigrizia: se questo vino lo si fa invecchiare dentro del legno marcio – fornito da altri e su cui non si è operata verifica – esso non si insaporisce di gusto ma, al contrario, lo si guasta…
Se si fa un appello di pace, consiglierei di dare almeno l’impressione di una proposta di pace, di un linguaggio di pace, non della rabbiosa chiamata a raccolta di un esercito (di una Armata Brancaleone, ma pur sempre una armata nelle intenzioni) che intende contrapporsi ad un altro esercito: organizziamo un “esercito buono” (gli oppositori del capitalismo imperialista) contro il Super-esercito “cattivo” (quello aggressivo, che vuole la guerra per l’Occidente).
Si vuole fare di una esercitazione della NATO una occasione di mobilitazione? Bene. Ma intanto chiariamo che vogliamo dire con: “OPPONIAMOCI ALL’ESERCITAZIONE”.
Significa “intralciamo, ostacoliamo, sabotiamo”? Oppure: “manifestiamo la nostra contrarietà”? Nel caso di “sabotiamo” non si vede come lo si possa fare praticamente. Blocchiamo gli ingressi al Comando di Lago Patria? Mettiamo, alla Greenpeace, dei canotti in mare per impedire i movimenti delle navi militari? Ci sono le solite “zone rosse” in cui bisogna penetrare?
Ma penso che assisteremo all’usuale CORTEO che altro non è, nel concetto originario di questa forma mobilitativa, che un’imitazione della parata militare. L’esibizione di una forza, da parte di una massa adunata che sfila organizzata (in “cordoni” più o meno stretti, più o meno sciolti), che minaccia di scatenare il suo potere di rivolta distruttiva. Non a caso oggi è il “mare” in cui si trovano a proprio agio a nuotare i “pesci” Black Bloc.
Il 24 ottobre è la giornata che l’ONU dedica alla pace perché celebra l’entrata in vigore del suo Statuto costitutivo (accadde 70 anni fa, appunto, il 24 ottobre del 1945). Tutto quello che abbiamo da dire, in occasione di questa importanze scadenza, è che non ci piace la NATO, strumento imperialista, che spinge – sola essa – verso un nuovo scontro mondiale? Sciorinando analisi che, pur elencando alcuni fatti veri, fanno cadere le braccia per le loro semplificazioni unilaterali?
Ecco il contenuto, la motivazione semplicemente oppositiva, di chi si mette in marcia: “Non possiamo essere complici della politica imperialista di distruzione e sfruttamento”.
Ed ecco i due striminziti SI: “• Si al diritto d’asilo europeo per tutti i profughi ed al diritto alla libera circolazione per tutti gli immigrati;
• Si al taglio delle spese militari e l’incremento delle spese sociali per: casa, lavoro, servizi sociali, reddito garantito, provvedimenti a difesa del territorio e dell’ambiente”…
Domanda: crediamo – come ha scritto un famoso blog – che solo l’Occidente sia “dalla parte sbagliata della Storia” e che esiste una “parte giusta”, comprendente Russia e Cina, che non sono “potenze imperialiste”? O distinguiamo tra un “imperialismo aggressivo”, che è quello USA, egemonizzante la NATO, ed un “imperialismo difensivo”, quello di russi, cinesi e quanti altri?
Il “dominio capitalistico” (non credo che chi scrive sappia bene di cosa si sta parlando, mi si perdoni la notazione che può apparire presuntuosa) che crea contraddizioni è solo quelle delle “potenze occidentali, con capofila gli USA”? Vi sono estranee le “potenze emergenti”? La Cina, che presto sarà la prima potenza economica del mondo (se non lo è di già), non c’entra nulla con queste contraddizioni, con l’economia della finanza globalizzata e del profitto che crea disuguaglianza e squilibri ambientali?
Io penso che un costruttore di pace ed un amico della nonviolenza non sia CONTRO L’OCCIDENTE (o contro l’Oriente, o il Sud del mondo) ma PER IL DISARMO ed un mondo pacifico plasmato dalla forza del diritto e dei diritti.
Non siamo “dalla parte giusta della Storia”: ma DALLA PARTE DELLA STORIA: vogliamo – dico male? – che il passato umano abbia un futuro, che la vita della società continui, che la sua fiaccola possa continuare a trasmettersi.
Siamo dalla parte dell’umanità, della comune umanità: quindi contro lo spirito fazioso, le divisioni e diversioni identitarie che si vorrebbero far diventare antagonistiche (a cominciare dalle differenze su come e dove chiamare e pregare Dio).
Siamo la NUOVA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI, DEI POPOLI E DELL’UMANITA’, i cittadini del mondo che intendono custodire la Madre Terra perché sentono la comune figliolanza da essa e la responsabilità per tutte le vite e per la Vita.
Nostri alleati – è da chiedersi – sono i Putin, gli Assad, gli ajatollah iraniani o altri integralisti islamici (perché ci interessa sostituire il “multilateralismo” all’unilateralismo USA, come recita la propaganda di questi signori, o signorotti della guerra) o, ad esempio, le forze, INCLUSI 117 STATI, che in tutto il mondo si battono per l’Iniziativa Umanitaria verso il disarmo nucleare?
La NATO va sciolta ma non perché è uno strumento in mano ai “cattivi”, con il retropensiero che i “buoni” potrebbero mettere insieme una alleanza militare “buona”. Va sciolta perché il mondo di pace, fondato sul diritto e sui diritti, che vogliamo deve affidare la sua difesa e la sua sicurezza non al militarismo ed ai blocchi militari (ossia più militarismi nazionali alleati) ma alla forza potente NONVIOLENTA dell’unità popolare organizzata, che cerca COOPERATIVAMENTE verità e giustizia per tutte e tutti.
Alfonso Navarra – obiettore alle spese militari e nucleari
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