- Una delle questioni che saranno poste nel corso delle EuroMarce che avranno luogo nel mese di ottobre.
Gli ultimi sviluppi nella situazione del popolo greco e il loro momento politico hanno dimostrato che le istituzioni europee privilegiano gli interessi dei mercati piuttosto che quelli dei cittadini. Colpisce la loro mancanza di imparzialità nel prendere decisioni dall’esterno senza rispettare le decisioni e i processi democratici interni.
Questa deriva mercantilista e autoritaria, che già si evidenziava fin dalla creazione dell’euro come moneta comune, è andata crescendo negli ultimi tempi portando ad una situazione, a livello europeo, molto simile a quella verificatasi singolarmente in alcuni paesi, come Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, Irlanda, ecc. Sono le stesse problematiche, le stesse impostazioni e gli stessi eccessi avvenuti in quei paesi che si intendono ora imporre a livello europeo.
Ci sono, tuttavia, varie indizi della nascita di proteste in varie forme da parte dei cittadini che vanno in direzione di una costruzione diversa dell’Europa, l’Europa dei cittadini. Nuove piattaforme, così come nuovi movimenti, ondate e nuove formazioni politiche, sostenuti dalla cittadinanza sono realtà in diversi paesi.
La convocazione delle EuroMarce 2015, organizzate da movimenti sociali, organizzazioni di base e soprattutto sostenuta dai cittadini, va in questa direzione. Le marche si stanno articolando in maniera decentralizzata in base a 5 assi, di cui 3 provenienti dal Sud Europa (Spagna, Portogallo, Italia e Grecia), un altro dal centro-nord (Germania-paesi nordici) e infine quello che parte della Gran Bretagna. A questi si aggiungeranno vari altri itinerari convergenti.
L’appello insito in queste EuroMarce 2015 si articolerà su cinque rivendicazioni comuni:
- Costruire un’Europa dei cittadini e dei popoli al di sopra di un’Europa dei mercati. Un’Europa che dia priorità ai diritti umani e sociali rispetto agli interessi finanziari.
- Denunciare il TTIP (trattato di libero commercio tra Stati Uniti e Unione europea), che permetterà alle multinazionali di operare al di fuori delle istituzioni democratiche e persino perseguire i governi dinanzi a tribunali speciali senza alcun controllo democratico.
- Denunciare i paradisi fiscali in Europa, piattaforme per l’evasione e la frode fiscale, per loschi traffici, speculazione o riciclaggio di denaro da parte di corrotti e criminalità organizzata.
- Denunciare il deterioramento dell’ambiente, sottolineando come aria, foreste, fiumi e mari esigono che vengano adottate misure radicali per fermarlo.
- Esigere l’applicazione di politiche efficaci che garantiscano, la parità di genere e la fine di un’Europa razzista, xenofoba e non solidale con migranti e rifugiati. È vergognoso quello che sta accadendo ai nostri confini.
Fino ad ora l’Europa è stato costruita principalmente con le firme di trattati decisi dall’alto. È tempo che l’Europa venga costruita dai propri cittadini! Proprio questa è una delle motivazioni delle EuroMarce. Ricordiamo che circa il 57% degli europei (secondo i dati delle elezioni del 2014) non prende parte alle consultazioni elettorali.
Un’altra è quella di far convergere quella nuova sensibilità che già si va evidenziando riguardo alla necessità di un modo di fare politica più partecipativo, che tenga conto dei cittadini.
In questi ultimi anni abbiamo dovuto notare una regressione nei nostri diritti, e diventa sempre più chiaro che ci sarà possibile recuperarli solo se ad esigerlo saranno le mobilitazioni di cittadini. Né le istituzioni europee né i partiti politici tradizionali faranno nulla, visto che sono loro gli autori di queste regressioni. La cittadinanza ha ora la possibilità di accedere a spazi istituzionali con nuove opzioni politiche. Questo processo in corso progredirà, ma per garantirne il successo sarà necessario che sia accompagnato da mobilitazioni e pressioni da parte dei cittadini, al fine di produrre un cambiamento reale davanti a un tale disastro.
Ogni giorno, sempre più persone, cittadini della cosiddetta Unione Europea, concludono la giornata perdendo il lavoro o vedono messi in discussione o minati i diritti a un alloggio adeguato e ai servizi sanitari, ad una educazione integrata o a pensioni dignitose. La crisi finanziaria è stata il pretesto perfetto del capitalismo globalizzato per ridurre al minimo i diritti dei cittadini ed espropriarli della loro sovranità democratica.
È evidente che siamo in un momento di emergenza sociale e civile. Uno di quei momenti nei quali il popolo deve necessariamente sollevarsi contro la tirannia, se non vuole vivere da schiavo per il resto della vita. La libertà, questo grande valore della democrazia, è troppo preziosa per lasciarla nelle mani dei mercati e dei politici al loro servizio. Nessuno può dirsi libero se non può decidere della propria vita e deve vendere la propria capacità di lavoro in condizioni prossime alla schiavitù.
Le EuroMarce 2015 rappresenteranno una prima mobilitazione a livello europeo e ci permetteranno di raccogliere un primo indicatore del sostegno dei cittadini a questa iniziativa. Sarà determinante, attraverso di esse, sensibilizzare e mettersi in connessione con la cittadinanza, in modo da dimostrare ai poteri che, per costruire un’Europa realmente integrata, non si può prescindere dai cittadini.
Finora la costruzione dell’Europa è avvenuta a partire dai partiti e dalle istituzioni. È ora che siano i cittadini a contribuire con le proprie proposte e i propri punti di vista alla costruzione di un’Europa di tutti.
Decine di organizzazioni di diversi paesi europei hanno dato il via e sostengono le EuroMarce 2015.
Per ulteriori informazioni: http://euromarchas2015.net/
Rafael de la Rubia
Mundo sin guerras y sin violencia
Membro della coordinazione nazionale della rotta sud-ovest del percorso EuroMarchas 2015
Traduzione dallo spagnolo di Giuseppina Vecchia per Pressenza