Le accuse mosse ai ‘caschi blu’ dell’Onu in Centrafrica “hanno un riflesso sulla fiducia che la popolazione dovrebbe avere in noi e che, in qualche modo, noi stiamo tradendo”. Lo ha dichiarato il sottosegretario generale delle Nazioni Unite Hervé Ladsous, di ritorno da una missione nel paese africano dove uomini della missione di peacekeeping Minusca – oltre che della forza militare francese Sangaris – sono accusati di abusi su donne e minori.
Per quanto riguarda la Minusca, ha specificato Ladsous, ci sono state 63 segnalazioni di infrazioni delle regole “15 delle quali riguardano episodi di sfruttamento sessuale”. Sulla maggior parte di questi casi è già stata aperta un’indagine e 7 soldati sono stati rimpatriati, mentre a nove è stata sospesa la paga.
Ladsous ha inoltre consegnato al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon una lista di 40 provvedimenti da prendere per affrontare il problema. La prossima settimana Ban incontrerà i rappresentanti dei paesi che forniscono le truppe alla Minusca per discutere con loro il tema.
L’intervento di Ladsous è arrivato quasi contemporaneamente alla notizia di un nuovo caso che coinvolgerebbe un ‘casco blu’. Secondo fonti dell’Onu l’uomo avrebbe avuto “una relazione” con una ragazza locale (fatto in sé vietato dalle regole interne dell’organizzazione) che sarebbe inoltre incinta.