A un anno dall’attacco dell’ISIS a Kobane, una delegazione internazionale di attivisti e giornalisti, accompagnata dai parlamentari italiani on. Bordo e on. Paglia (SEL) sarà in presidio sul confine turco-siriano. La città è stata liberata dopo 134 giorni dalle unità di difesa popolare curda, ma la ricostruzione è ostacolata dalla chiusura delle frontiere da parte del governo turco.
Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalla regione, mentre la popolazione che vive nella città è ancora priva di acqua corrente, luce e servizi essenziali.
Il mondo intero conosce l’immagine del corpo senza vita del piccolo Alan, molto meno si conosce il fatto che Alan e la sua famiglia fuggivano da Kobane e dalla minaccia dell’ISIS. La guerra combattuta dai curdi è l’unico baluardo contro l’oscurantismo e la barbarie dell’ISIS alle porte d’Europa, per questo è necessario che la comunità internazionale supporti la ricostruzione di Kobane. La Carovana per Kobane arriverà il 15 settembre al gate di Mursitpinar per chiedere alla Turchia l’apertura di un corridoio umanitario.
Il nostro viaggio non può fermarsi a Kobane perché l’ISIS non è l’unica minaccia per la popolazione curda. A due mesi dalle elezioni in Turchia, nel paese si è inasprita la repressione contro l’opposizione al governo di Erdogan. Le minoranze, che avevano trovato una propria rappresentanza politica con l’ingresso dell’HDP (il partito filo-curdo) nel governo, sono oggetto in queste ore di numerosi atti di violenza perpetrati dalla polizia e da gruppi nazionalisti.
Per documentare tutto ciò e rompere l’assordante silenzio su quella che rischia di essere una nuova guerra civile, il 16 settembre la Carovana internazionale per Kobane si dividerà in due delegazioni. Una si dirigerà verso la città di Diyarbakir, dove ieri la polizia imposto il coprifuoco e represso nel sangue le manifestazioni che chiedevano maggiore autonomia. La seconda delegazione sarà invece a Cizre dove, dopo 8 giorni di assedio da parte dell’esercito turco, si contano più di venti morti e un numero imprecisato di feriti.
A Diyarbakir e Cizre le delegazioni della Carovana incontreranno i parlamentari dell’HDP.
Chiediamo ai media italiani di aiutarci a mantenere alta l’attenzione perché quanto sta avvenendo in questi giorni è un’intollerabile violazione dei diritti umani.
Carovana internazionale per Kobane